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Sostegno alla filiera della moda, settore strategico per il Made in Italy


Il futuro della moda italiana è a rischio. Dopo quindici anni in cui l’occupazione si è ridotta di un quinto, il comparto è chiamato ad affrontare sfide sempre più complesse, aggravate da uno scenario geopolitico ed economico incerto.

“Il settore moda italiano si trova a fare i conti con un quadro problematico – commenta Gloria Trevisani, Presidente di CNA Federmoda Modena, a margine di un incontro a Roma tra la Confederazione e i sindacati – Si tratta di un comparto ad alta intensità di lavoro, caratterizzato da margini contenuti e da una presenza significativa di attività irregolari. Inoltre, il progressivo invecchiamento della popolazione italiana sta indebolendo il mercato interno, rendendo difficile l’espansione della domanda nazionale”.

Secondo CNA, nonostante queste criticità, esistono anche punti di forza sui quali costruire il futuro. La professionalità italiana continua a essere apprezzata a livello globale, soprattutto nella fascia alta e a maggior valore aggiunto.

Il confronto con i sindacati si è sviluppato sulla base di alcune proposte condivise. Innanzitutto – continua Trevisani – superare il limite dimensionale attraverso la creazione di consorzi, accordi di rete e fusioni societarie, con il supporto pubblico. Poi, rivisitare le normative a sostegno del Made in Italy, adottando politiche energetiche sostenibili, poi rafforzare la bilateralità come modello paritetico fondamentale per fronteggiare la frammentazione delle imprese, contrastare il dumping economico-contrattuale, garantendo diritti e competitività per evitare la perdita di personale qualificato verso altri settori. Infine, migliorare il welfare e le condizioni dei luoghi di lavoro, assicurando alle persone opportunità di crescita e stabilità.

“La moda italiana ha futuro e continuità. Siamo e rimaniamo la manifattura d’Europa per quanto riguarda le produzioni di qualità e dobbiamo preservare questo patrimonio. Con le organizzazioni sindacali dobbiamo condividere un percorso di supporto a favore del lavoro, delle imprese e dell’occupazione”, sottolinea Trevisani.

Secondo CNA, occorre una politica industriale che consenta alle imprese di investire e crescere, anche con misure mirate di sostegno alla liquidità.



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