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Tagli a stipendi e vitalizi ai consiglieri regionali



In Regione si lavora a minori indennità per finanziare il fondo fiscale

L’assemblea legislativa dell’Umbria ha avviato un esame sulla riduzione delle indennità dei consiglieri regionali e dei vitalizi degli ex eletti, con l’obiettivo di alimentare il fondo taglia tasse istituito dalla giunta Proietti. Le risorse così recuperate dovrebbero contribuire all’abbattimento delle aliquote Irpef, aumentate con la recente manovra fiscale approvata il 10 aprile. Lo scrive oggi il Corriere dell’Umbria in un articolo a firma di Alessandro Antonini.

L’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, guidato da Sarah Bistocchi, sta definendo gli strumenti per intervenire su rimborsi spesa e compensi parametrati, che attualmente pesano per migliaia di euro mensili su ciascun eletto. La misura è considerata attuabile anche in tempi rapidi, tramite una semplice delibera dell’ufficio di presidenza. Tuttavia, una revisione del tetto massimo alle indennità comporterebbe una riduzione automatica anche delle retribuzioni dei direttori regionali, legate per legge agli stipendi dei consiglieri.

Il tema dei vitalizi è al centro di un intervento parallelo. Il problema individuato riguarda la piena indicizzazione all’inflazione, che comporta aumenti annuali automatici. Un possibile modello è rappresentato dalla legge regionale toscana, approvata nel 2022, che ha introdotto una riduzione temporanea dell’indicizzazione degli assegni per gli ex consiglieri, valida fino al 2025. Una strada che, secondo i tecnici del consiglio umbro, sarebbe praticabile anche in Umbria.

I lavori consiliari sono intanto sospesi a causa della mozione di sfiducia presentata dal centrodestra contro la presidente della Giunta regionale, discussa nella seduta convocata per la manovra ma ammessa solo il 14 aprile. La tensione politica rimane alta, con uno scontro aperto tra maggioranza e opposizione anche su altri fronti legati alle politiche fiscali regionali.

Nel frattempo, la Corte dei conti ha avviato un controllo sui bilanci dei gruppi consiliari, evidenziando rilievi formali rivolti in particolare a Lega e Partito Democratico, senza entrare nel merito della legittimità delle spese, ma chiedendo maggiore trasparenza e documentazione.

La strategia della Giunta si basa su un piano più ampio di razionalizzazione della spesa pubblica, già annunciato in più comunicazioni ufficiali. Oltre ai tagli ai costi della politica, il fondo taglia tasse dovrebbe essere alimentato da interventi di revisione della spesa sanitaria, accompagnati da un programma di riforme strutturali orientato all’efficienza dei servizi e al controllo dei costi delle aziende pubbliche.

Secondo quanto affermato dall’assessore regionale al Bilancio, Tommaso Bori, anche i tagli derivanti dalle spese del Consiglio regionale saranno inclusi tra le fonti di finanziamento del fondo fiscale. La riduzione delle aliquote Irpef – che ha colpito in modo particolare il ceto medio e le imprese, come denunciato da Confindustria Umbria – resta un obiettivo dichiarato della maggioranza.

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Briziarelli, ha preso atto di una limatura rispetto alla prima versione della manovra, ma ha chiesto un ritorno tempestivo a una fiscalità più sostenibile per famiglie e attività produttive.

La partita, dunque, si gioca su più tavoli: quello tecnico della revisione dei costi istituzionali, quello politico del confronto tra giunta e opposizioni, e quello sociale, con il mondo economico che chiede certezze e tempistiche chiare sulla riduzione delle imposte.

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