Bocconi e Lum, presentati i risultati di “Climate Transition and the Speed of Leverage Adjustment”: vantaggio finanziario per le pioniere ESG


Bocconi e Lum, presentati i risultati di “Climate Transition and the Speed of Leverage Adjustment”: le aziende pionieristiche nella sostenibilità ESG ottengono un vantaggio finanziario, riducendo i costi di indebitamento. L’analisi, che ha coinvolto 849 aziende globali, evidenzia come i settori a basse emissioni beneficino di condizioni più favorevoli nei mercati finanziari. Un quadro normativo chiaro e incentivi mirati, secondo i ricercatori, potrebbero essere determinanti nell’accelerare la transizione ecologica e favorire ulteriori investimenti green.

Transizione ecologica e vantaggio finanziario

Le imprese che investono attivamente nella transizione ecologica ottengono un vantaggio competitivo anche sul piano finanziario: riescono infatti a modificare più rapidamente la propria struttura del capitale, facilitando l’accesso ai mercati finanziari e abbassando il costo del debito. Al contrario, le aziende più vulnerabili ai rischi legati alla transizione incontrano maggiori difficoltà nel reperire finanziamenti.

Questi sono i principali risultati dello studio Climate Transition and the Speed of Leverage Adjustment, pubblicato sull’International Review of Financial Analysis, a firma di Maurizio Dallocchio e Francesco D’Ercole della Bocconi, insieme a Domenico Frascati e Massimo Mariani della Lum.

La ricerca, che ha analizzato 849 società quotate nell’indice S&P Global 1200 tra il 2010 e il 2022, mostra che le aziende più impegnate nel passaggio verso un’economia a basse emissioni di carbonio riescono ad adeguare più rapidamente il proprio livello di indebitamento, ottimizzando così l’equilibrio finanziario e riducendo i costi legati al finanziamento esterno.

Le parole di Maurizio Dallocchio

“Le imprese che integrano la sostenibilità nelle loro strategie di investimento non solo migliorano la loro reputazione, ma riducono anche il costo del capitale, ottenendo un accesso più semplice ai mercati finanziari” spiega Maurizio Dallocchio, ordinario di finanza aziendale della Bocconi. “Questa è una leva fondamentale per chi vuole posizionarsi con successo nel mercato del futuro”, precisa Dallocchio.

Sostenibilità come fattore di fiducia per banche e investitori

Le imprese che puntano su fonti rinnovabili, efficienza energetica e trasporti sostenibili godono di condizioni più favorevoli nell’accesso ai capitali, poiché sono considerate meno rischiose dagli investitori istituzionali e dagli istituti di credito. Al contrario, le aziende attive in settori ad alta emissione di carbonio, come quello minerario e dei trasporti, incontrano maggiori ostacoli nell’equilibrare la propria struttura finanziaria. “Queste aziende devono fronteggiare costi di compliance elevati e incertezza normativa, il che riduce la loro capacità di accedere ai mercati dei capitali”, sottolinea Dallocchio.

Spread più alti per le aziende inquinanti

Lo studio evidenzia che le imprese più vulnerabili ai rischi legati alla transizione climatica spesso devono ricorrere all’emissione di azioni piuttosto che all’assunzione di nuovi debiti, poiché gli investitori chiedono premi di rischio (spread) più alti per compensare l’esposizione. Questa dinamica è diventata ancora più evidente dopo l’Accordo di Parigi del 2015, che ha intensificato le pressioni normative sui settori con alti livelli di emissioni.

Settori minerario ed edile: impatti contrastanti dalla transizione

L’analisi conferma che l’impatto della transizione climatica sulla leva finanziaria cambia sensibilmente da un settore all’altro. Le aziende del comparto minerario risultano tra le più penalizzate, con gravi difficoltà di accesso al credito a causa delle normative sempre più stringenti. Al contrario, le imprese del settore edile mostrano un’elevata esposizione non solo ai rischi, ma anche alle opportunità legate alla transizione ecologica, a conferma del ruolo centrale delle strategie aziendali nel determinare l’effetto complessivo della transizione.

Normative chiare e incentivi per accelerare la sostenibilità

Un altro elemento centrale dello studio riguarda l’importanza dell’azione dei regolatori nel sostenere la transizione verso un’economia verde. “Un quadro normativo chiaro e stabile è essenziale per garantire che le imprese possano pianificare investimenti sostenibili nel lungo termine”, osserva Dallocchio. Strumenti come politiche fiscali favorevoli, incentivi per gli investimenti green e una maggiore trasparenza nelle strategie climatiche aziendali sono fondamentali per agevolare l’adattamento della leva finanziaria delle imprese.

Tuttavia, il contesto normativo è in continua trasformazione e potrebbe cambiare in modo rilevante con le politiche di Donald Trump. “Se il nuovo corso politico degli Stati Uniti dovesse ridurre gli incentivi per la sostenibilità e allentare le regolamentazioni sul carbonio, le aziende più esposte alla transizione potrebbero trovarsi in una posizione più vulnerabile”, avverte Dallocchio. E conclude: “Chi ha già investito in energie rinnovabili e sostenibilità potrebbe invece risentire meno di queste variazioni, dimostrando che l’integrazione della sostenibilità nella strategia finanziaria resta una mossa vincente nel lungo periodo”.





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