Dazi Usa, la preoccupazione di Confartigianato Arezzo. Baldi: “Serve un accordo per proteggere anche i distretti aretini”


“Con i dazi Usa 36 miliardi in fumo per il made in Italy. Subito un patto tra Stati Uniti e Unione Europea per proteggere i distretti aretini“. E’ la preoccupazione del presidente di Confartigianato Imprese Arezzo Maurizio Baldi che commenta i dati contenuti nell’ultimo report dell’Ufficio studi di Confartigianato, Tendenze dell’economia e della congiuntura nell’era dell’incertezza, tra dazi e tensioni geopolitiche. 

“36,7 miliardi di euro in esportazioni che verranno persi nel biennio 2025-2026 sono un colpo durissimo per migliaia di piccole imprese manifatturiere. E’ urgente un accordo duraturo tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi, per ridare stabilità ai mercati e prospettive alle nostre imprese artigiane“. “Per le imprese del nostro territorio – sottolinea Baldi – in particolare quelle della meccanica e della moda, questo rallentamento rappresenta un vero e proprio ostacolo al rilancio produttivo. Se non si interviene subito con azioni coordinate a livello europeo, rischiamo di bruciare anni di lavoro per posizionare i nostri prodotti nei mercati internazionali”.

Tra gli aspetti evidenziati dal report quello relativo all’effetto combinato della minore domanda globale e delle barriere commerciali che sta penalizzando fortemente la manifattura italiana: nel primo trimestre del 2025, la produzione industriale è cresciuta solo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, e resta in calo su base annua (-3,1%). “Occorrono politiche industriali nazionali mirate e più coraggiose, ma soprattutto una visione chiara dell’Europa che difenda la competitività delle nostre micro e piccole imprese. Le Pmi non possono essere lasciate sole a gestire crisi globali che impattano direttamente su ordini, fatturati e occupazione“. “Servono accordi strutturali, non tregue temporanee – conclude il presidente di Confartigianato Imprese Arezzo – Senza un’intesa politica forte, il rischio è che l’instabilità continui a paralizzare investimenti e scelte imprenditoriali”.



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