Si sa, gli italiani sono grandi risparmiatori. Secondo un’elaborazione di Fabi e Withub su dati di Banca d’Italia e Istat presentati ieri all’evento “Il piano UE per investire i risparmi degli europei nelle aziende europee”, organizzato da Connact, ammontano a 2.211 miliardi di euro i risparmi detenuti dalle famiglie italiane, 37.525 euro pro-capite.
Di questi 2.211 miliardi di risparmi, 1.131 miliardi di euro sono relativi ai depositi bancari, (al 31 dicembre 2024), mentre 1.079 miliardi di euro sono investiti in titoli, fondi o azioni dalle famiglie.
L’elaborazione delinea anche una “geografia” dei depositi bancari e dei risparmi. Per quanto riguarda i depositi bancari, Bolzano è in testa alla classifica italiana con 29.692 euro, Milano è seconda (26.989) e Piacenza è terza (26.869). Nelle prime posizioni anche Belluno (24.912), Sondrio (24.834) e Isernia (24.674). Nelle ultime posizioni troviamo Siracusa (10.711), Trapani (10.580) e Crotone (9.322). Se, invece, consideriamo i risparmi pro-capite degli italiani in generale (quindi depositi e investimenti), al 31 dicembre 2024, è Milano la prima provincia in Italia (71.671 euro), Biella la seconda (61.711) e Modena la terza (57.238). Seguono Piacenza (56.362), Genova (55.037) e Cuneo (54.558). In fondo alla classifica, Catania (16.895), Trapani (15.698), Siracusa (15.659), Ragusa (15.576) e Crotone (12.964). Se, infine, teniamo conto solo degli investimenti, vediamo un incremento in tutta Italia, con un aumento del 39,8% rispetto al 2022 (dati al 31 dicembre) e un’accelerazione soprattutto al Sud.
Allargando lo sguardo all’Europa emerge, dall’analisi elaborata dal Centro Studi del Circolo Esperia presentata durante il corso dell’evento, che il vecchio continente ha a disposizione uno stock di risparmi di 9,5 trilioni di euro, almeno tre volte superiore a quello degli Stati Uniti e un tasso di risparmio record pari al 15% nel 2024, contro il 5% degli Stati Uniti.
Tuttavia, i risparmi nell’Ue sono investiti in modo troppo conservativo, senza contare che una parte viene dirottata verso il mercato statunitense: rielaborando i dati di una ricerca presentata dal MES (Meccanismo europeo di stabilità), in Europa, in media, solo il 31% dei risparmi è investito in azioni e fondi di investimento (in Italia la quota è pari al 41%), ma in generale l’allocazione patrimoniale è avversa al rischio. Negli Stati Uniti, le società di private equity, secondo l’analisi del Centro Studi del Circolo Esperia, con i loro asset in gestione che raggiungono i 12,8 trilioni di dollari, generano una produzione economica pari a quasi 12 milioni di posti di lavoro e il 6,5% del Pil americano (pari a 1,4 trilioni di dollari). In condizioni di mercato simili, se la metà dei depositi europei fosse investita in operazioni di private equity e venture, si potrebbero generare milioni di posti di lavoro e almeno 500 miliardi aggiuntivi di Pil.
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