TRENTO. Anche gli albergatori trentini possono chiedere i danni a Booking.com per la questione della “parità tariffaria”, partecipando ad una class action nazionale. La Corte di giustizia dell’Unione europea, con una sentenza dello scorso settembre, ha infatti affermato che la cosiddetta “parityrate” non è conforme alle regole europee in materia di concorrenza.
In sostanza non è obbligatorio che, fissato il prezzo di una determinata stanza, esso debba essere lo stesso sia sul sito web della struttura, sia sui portali in cui la struttura si propone. Hotrec, la confederazione europea delle imprese alberghiere e della ristorazione, con il supporto di Federalberghi, prospetta la possibilità di aderire a un’azione legale collettiva contro Booking.com al fine di richiedere il risarcimento dei danni subiti dagli hotel per effetto delle clausole di parità tariffaria.
L’iniziativa è sostenuta dalle associazioni nazionali degli albergatori di ventisei Paesi, tra cui Italia, Germania, Austria e Svizzera. Si stima che, attraverso tale azione, le imprese alberghiere possano recuperare una parte significativa (30% o più) del totale delle commissioni pagate a Booking.com tra il 2004 e il 2024, più gli interessi.
L’adesione avverrà su base individuale e volontaria, mediante il sito internet www.mybookingclaim.com. Dopo la registrazione sul sito, occorrerà fornire alcune informazioni di base sull’albergo, firmare (elettronicamente) un contratto e caricare le fatture emesse da Booking.com.
All’iniziativa possono aderire, entro il 31 luglio, tutti gli alberghi, indipendentemente dalle dimensioni e dal fatturato. L’intero procedimento sarà finanziato da un soggetto specializzato, che si assumerà tutti i costi e tutti i rischi (ad esempio: spese giudiziarie, onorari di avvocati, economisti, ecc.) e riceverà una quota dei profitti in caso di successo.
«Il fatto è che Booking nel tempo si è permessa anche di fare la voce grossa nei confnronti dei singoli albergatori – spiega il presidente di Asat Giovanni Battaiola – e di fatto, lavorando in monopolio, ha imposto le sue regole. Sfruttando la sua posizione dominante ha fatto il bello e cattivo tempo. Con questa iniziativa ora chiediamo che ritorni ad essere un partner al nostro livello che permetta decisioni equilibrate nei rapporti».
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