Giuli pubblica il decreto correttivo, boccata d’ossigeno per il cinema


Entra in vigore il provvedimento per le agevolazioni fiscali a favore dell’industria cinematografica. Che dovrebbe sbloccare lo stallo dopo mesi di crisi e dure polemiche. Soddisfatti gli esponenti del mondo del cine-audiovisivo: “L’incontro si è svolto in un’atmosfera di rinnovato dialogo”

E alla fine decreto fu. Dopo settimane di tribolazioni, accuse reciproche, maldipancia all’interno del governo, proteste, interviste al vetriolo di registi e attori, la lettera aperta contro l’inerzia dell’esecutivo firmata da centinaia di artisti, finalmente è stato pubblicato il provvedimento del ministero della Cultura in concerto con il dicastero dell’Economia per le agevolazioni fiscali a favore dell’industria cinematografica. Ed è immediatamente in vigore. Un provvedimento lungamente atteso, sofferto, che corregge il precedente decreto del 10 luglio 2024 sul credito di imposta (tax credit) introdotto dalla cosiddetta “legge Franceschini” (legge cinema) del 2016. 

 

Tra le altre cose, il decreto prevede due norme sulle modalità di presentazioni delle domande: anzitutto «il 18 giugno si procederà alla riapertura della sessione per la presentazione delle richieste di credito d’imposta». Inoltre, la sessione per la presentazione delle richieste preventive e definitive in materia di credito di imposta, attualmente in corso, «consentirà unicamente il completamento delle domande già aperte in piattaforma, che dovrà avvenire» entro il prossimo 15 giugno.

 

La notizia arriva nel giorno in cui il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha ricevuto, col sottosegretario Lucia Borgonzoni e il direttore generale Cinema e Audiovisivo Nicola Borrelli, una delegazione di alcuni esponenti del mondo del cinema per illustrare i contenuti del decreto. Attrici e attori (tra cui Claudio Santamaria, Vittoria Puccini, Giuseppe Fiorello), produttori cinematografici e Stefano Rulli, presidente dell’associazione 100autori.

 

«L’incontro di oggi  si è svolto in un’atmosfera di rinnovato dialogo, che ci auguriamo metta fine ad attacchi contro il cinema che riteniamo pericolosi e dannosi per tutto il Paese», hanno dichiarato gli esponenti della delegazione nel comunicato finale pubblicato sul sito del ministero della Cultura. E hanno aggiunto: «Sono state chiarite l’importanza e l’urgenza di far funzionare con più efficienza e equilibrio il sistema dei sostegni pubblici al settore cine-audiovisivo, per superare la situazione critica di molte imprese e di molti lavoratori e per evitare distorsioni e errori avvenuti in passato. I ritardi accumulati negli ultimi mesi hanno spesso costretto le imprese a indebitamenti molto onerosi, i cui interessi bancari rischiano di vanificare il sostegno pubblico al settore. Molti lavoratori e artisti sono senza lavoro o hanno lavori molto saltuari da quasi due anni. Per questo continueremo tutti insieme a vigilare democraticamente sul futuro operato del Ministero». 

 

Una boccata d’ossigeno per un settore fermo, insomma, alle prese con una crisi profonda. Tra gli sprechi del sistema del tax credit e l’emorragia delle sale cinematografiche, con decine di migliaia di lavoratori a casa.

 

Il provvedimento, entrato oggi in vigore con la pubblicazione sul sito del MiC, modifica i criteri di assegnazione e riconoscimento del tax credit per le aziende cinematografiche e dell’audiovisivo. «Correggendo alcune distorsioni e inserendo maggiore equità, efficienza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse pubbliche».

 

Il provvedimento, si legge nel documento, oltre a rimodulare i requisiti da soddisfare per la richiesta del credito d’imposta per le opere cinematografiche, televisive e web, documentari, animazione, cortometraggi e videoclip, introduce due nuovi obblighi per i beneficiari di tale misura fiscale. Il primo riguarda la trasparenza delle spese di produzione: per una maggiore tracciabilità dei costi, le fatture, i documenti di spesa e la documentazione attestante i pagamenti di importo superiore ai 1.000 euro dovranno ora riportare obbligatoriamente l’indicazione del titolo dell’opera a cui si riferiscono. Il secondo concerne l’obbligo per il produttore beneficiario del credito di imposta a reinvestire entro cinque anni dal suo riconoscimento una quota dei proventi dell’opera nello sviluppo, nella produzione o nella distribuzione in Italia e all’estero di una o più nuove opere difficili. Vale a dire documentari, cortometraggi, opere prime e seconde, opere di giovani autori, opere di animazione non in grado di attrarre risorse finanziarie significative dal settore privato.

 

C’è anche una norma anti-furbetti. Il decreto, infatti, introduce la sanzione dell’esclusione per cinque anni dal tax credit per i beneficiari colpevoli di dichiarazioni mendaci, omessa documentazione o falsa documentazione o inadempienti riguardo l’obbligo di reinvestimento in opere difficili.

 

Nel corso dell’incontro di oggi, infine, la delegazione del cinema ha avanzato alcune proposte, tra cui continuare i tavoli tecnici per introdurre sia i controlli di qualità che permettano di evitare utilizzi incoerenti del credito fiscale sia massimali che limitino la possibilità di accumulo eccessivo del credito in singole imprese o gruppi di imprese. E ancora, il recupero anno contributivo 2024 e 2025 e un bonus una tantum per le lavoratrici e i lavoratori; la creazione di un welfare permanente e con criteri di accesso democratici per i lavoratori e le lavoratrici del settore. Infine, l’abbassamento dei giorni per il raggiungimento dell’anno contributivo ai fini pensionistici.



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