CONCESSI I DOMICILIARI AL 30ENNE DI MINTURNO


Maxi truffa sui fondi dell’Unione europea e autoriciclaggio: misura meno afflittiva per uno dei coinvolti nell’operazione della Guardia di Finanza

Il giudice per le indagini del Tribunale di Napoli Nord, Fabrizio Forte, ha accolto l’istanza dell’avvocato Pasquale Cardillo Cupo e ha disposto gli arresti domiciliari per Giuseppe Strabello, trentenne di Minturno, arrestato a inizio giugno per associazione per delinquere, insieme ad altri complici, esercizio arbitrario dell’attività di intermediazione e truffe per svariati milioni di euro.

La durata della detenzione del giovane è durata una settimana per la precarietà delle sue condizioni di salute e la necessità di programmi terapeutici specifici.

Prosegue intanto l’attività di indagine della Procura di Napoli Nord sulla complessiva dinamica oggetto di indagine, iniziata due anni fa a seguito di specifiche denunce provenienti da titolari di imprese che erano stati raggirato dal sodalizio con promesse di poter accedere a fondi comunitari europei. Le misure cautelari in carcere avevano raggiunto tre soggetti ritenuti capi e promotori dell’associazione per delinquere: Gerardo Conza, 60 anni e Giuseppe Strabello, 29 anni, entrambi di Minturno, ed Eugenio Giunta, 70 anni.

II provvedimento cautelare costituisce l’epilogo di una articolata attività di indagine eseguita anche con intercettazioni telefoniche ed informatiche su un sodalizio criminale con basi in Italia (Campania e Basso Lazio) e ramificazioni all’estero, dedito stabilmente alla perpetrazione di truffe nei confronti di numerosi imprenditori operanti in tutto iI territorio nazionale.

Le indagini, in particolare, hanno consentito di accertare le modalità con le quali gli indagati, con artifici e raggiri, inducevano i clienti ad eseguire bonifici su conti esteri accesi in Irlanda e in Lituania per acquistare false polizze fideiussorie emesse da una società irlandese asseritamente accreditata presso la “Banca Europea per gli Investimenti” ed abilitata all’erogazione di finanziamenti agevolati anche attraverso la monetizzazione di crediti d’imposta in materia edilizia ed energetica (“Ecobonus” e “Superbonus 110%”).

Le investigazioni, iniziate circa due anni fa, hanno preso le mosse dalla denuncia presentata dall’amministratore unico di una società di radiodiagnostica di Frattamaggiore, in cui ricostruiva i suoi rapporti con alcuni degli indagati e forniva i documenti dei versamenti di circa 450 mila euro per ottenere, cosi come falsamente prospettatogli, un finanziamento agevolato di 36,9 milioni di euro per l’ampliamento della sede operativa del centro diagnostico e l’acquisto di nuove apparecchiature sanitarie.

Gli accertamenti eseguiti, anche mediante rogatorie internazionali ed ordini di indagine europei, consentivano di accertare l’esistenza di una solida associazione per delinquere che, come accaduto nel caso dell’imprenditore campano, attraverso false prospettazioni ai suoi clienti riusciva ad incassare ingenti somme di denaro su conti esteri attuando un ampio programma criminoso avvalendosi del contributo di dirigenti e di intermediari-broker, che hanno operato in assenza delle prescritte autorizzazioni della Banca d’Italia e dell’Organismo Agenti e Mediatori.

Gli indagati raggiravano i clienti promettendo bassi tassi di interesse e celeri tempi di definizione dell’istruttoria, utilizzando brochure e documentazione contrattuale recante intestazione e loghi della Commissione Europea, pubblicizzando, mediante un sito internet, l’attività finanziaria abusivamente svolta ed anche organizzando videochiamate con i clienti in cui dissimulavano la propria reale identità con l’utilizzo di parrucche e di congegni di camuffarnento della voce.

I pagamenti indebitamente ottenuti sui conti esteri, pari a circa l’1% delle operazioni proposte, rientravano in Italia nella disponibilità del sodalizio mediante bonifici e prelievi in contante a cura di un corriere appositamente incaricato, che tratteneva per se una provvigione. Nel corso delle indagini i militari della Guardia di Finanza hanno acquisito le denunce di volta in volta presentate dai clienti truffati e progressivamente esteso il raggio di azione delle indagini sottoponendo ad intercettazione telefonica altri soggetti coinvolti nelle operazioni finanziarie, constatando il perpetuarsi delle attività criminali anche dopo l’esecuzione di perquisizioni da parte di più uffici giudiziari e la sostituzione della società irlandese falsamente accreditata presso l’UE con una società bulgara neocostituita, la cui corrispondenza recava un emblema religioso.

Sulla base degli elementi raccolti attraverso le operazioni di intercettazione e delle analisi della documentazione acquisita, il GIP del Tribunale di Napoli Nord, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto anche il sequestro preventivo dei beni mobili e immobili nella disponibilità degli indagati per un ammontare complessivo di oltre 1 milione di euro. In precedenza, nel corso delle indagini, oltre ai conti esteri degli indagati, erano stati sequestrati, tra l’altro, numerosi orologi di pregio per un valore complessivo di oltre 60 mila euro.

Dalle indagini svolte e emerso, infine, che gli indagati avrebbero elargito denaro a non meglio identificati pubblici funzionari in servizio presso uffici giudiziari allo scopo di inquinare il quadro indiziario raccolto dagli inquirenti ed assicurarsi l’impunità. Pertanto, contestualmente alla esecuzione delle misure cautelari personali e reali, sono state eseguite perquisizioni personali e locali nei confronti di alcuni indagati che risultavano aver movimentato denaro per intervenire su funzionari pubblici operanti in uffici giudiziari per acquisire informazioni sugli sviluppi e sulla direzione delle indagini.

Tra le truffe, emerge anche la vicenda drammatica di un suicidio. La vicenda del suicidio sarebbe direttamente collegata a questa truffa. Il caso riguarda la titolare di un’azienda agricola in provincia di Bologna. La donna, vittima della truffa, aveva richiesto la cessione di un credito d’imposta (il cui importo non è stato rivelato) e, in una conversazione intercettata il 19 aprile 2023, ha chiaramente espresso di aver intuito il raggiro.

In quel colloquio, la donna manifestava l’intenzione di denunciare l’accaduto “alla polizia internazionale” anche per “istigazione al suicidio”. Le successive indagini hanno confermato la tragica premonizione: la madre della donna si era effettivamente tolta la vita pochi giorni prima di quella conversazione, precisamente l’11 aprile 2023.





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