Busto Arsizio racconta le sue aziende centenarie in un docufilm che celebra memoria, identità e futuro – ilBustese.it


Questa sera, 13 giugno, la sala Tramogge dei Molini Marzoli si è trasformata in una macchina del tempo, capace di attraversare decenni di fatica, intuizioni e sfide, con la presentazione ufficiale del docufilm “Cent’anni tra realtà e prospettive – La storia delle aziende centenarie di Busto Arsizio”. L’opera è frutto della collaborazione tra la Fondazione Enrico Dell’Acqua e l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, con il patrocinio del Comune di Busto Arsizio. Il risultato? Un affresco corale, potente e commovente, che mostra l’anima industriale di una città forgiata dal lavoro e dalla visione dei suoi imprenditori.

L’evento ha visto la partecipazione del sindaco Emanuele Antonelli, degli assessori Manuela Maffioli (Cultura) e Chiara Colombo (Istruzione), del presidente della Fondazione Sergio Colombo e di Giuseppe Corradi Dell’Acqua, erede di una visione industriale che ha lasciato un’impronta profonda non solo sul tessuto economico locale ma anche sul patrimonio civile e culturale della città. Con loro anche Paolo Castelli, docente dell’Istituto Antonioni, partner tecnico e artistico di questo ambizioso progetto. 

Ad accogliere e accompagnare il pubblico in sala, gli studenti dell’Istituto Aeronautico Da Vinci di Gallarate, guidati dalla docente Sara Ciapparella, protagonisti silenziosi ma fondamentali di una trasmissione intergenerazionale di saperi e valori. 

Il docufilm, proiettato al termine degli interventi istituzionali, è molto più di un racconto d’impresa: è un viaggio nell’anima produttiva di Busto Arsizio, tra archivi, macchinari, volti, parole e intuizioni che hanno attraversato oltre un secolo. Le otto aziende coinvolte – Comerio Ercole, Gaspare Tronconi, Tintoria Crespi, Fantinelli, Castiglioni Antonluigi, Limenta Michele, Bragonzi, e Rudolf Hub 1922 – sono esempi concreti di come la tenacia e l’innovazione possano radicarsi nella tradizione e proiettarsi nel futuro.

Sergio Colombo, nel suo discorso di apertura, ha tracciato un bilancio appassionato dell’attività della Fondazione, che nel 2022 ha celebrato i suoi trent’anni. Tra i progetti più significativi: il restauro del monumento ai Volontari della Libertà, l’impegno nel sensibilizzare gli studenti sulle sfide generazionali, il potenziamento del polo didattico del Collegio Rotondi di Gorla Minore e, oggi, la realizzazione di questo docufilm. Un’opera che rappresenta solo il primo step di un progetto più ampio, pensato per dare voce alle eccellenze del territorio e tramandare l’eredità di chi ha fatto grande Busto Arsizio.

Il sindaco Antonelli ha lodato l’iniziativa e il ruolo della Fondazione Dell’Acqua come custode e promotrice della memoria industriale della città. «Questa è la storia della nostra tenacia, del nostro sacrificio, del senso del dovere che ci ha permesso di resistere e rinnovarci. Oggi celebriamo imprese centenarie: un patrimonio straordinario. Il docufilm sarà trasmesso dal Comune di Busto e diffuso il più possibile, perché raccontare queste imprese significa raccontare la nostra identità». 

Ercole Comerio: la meccanica al servizio del mondo 

Fondata nel 1885, la Comerio Ercole è un’azienda emblema della trasformazione industriale bustocca. Nata in via Pellico, nel cuore del centro cittadino, ha costruito la prima calandra per la lavorazione della gomma, affermandosi presto come punto di riferimento mondiale nel settore delle macchine per l’industria elastomerica. Oggi conta 250 dipendenti e un export superiore al 90%. Dopo un secolo di attività in centro città, l’azienda si è trasferita al confine tra Busto Arsizio e Castellanza. Due laboratori sperimentali interni supportano la ricerca continua su prodotti innovativi e sostenibili, anche grazie all’integrazione con piattaforme digitali e all’attenzione alle problematiche ambientali. Un’impresa che ha attraversato due guerre mondiali, senza mai perdere la rotta.

Gaspare Tronconi: la tela Olona che ha fatto scuola 

Alla fine dell’Ottocento, a Fagnano Olona, nasce la Gaspare Tronconi, storica azienda tessile specializzata nella produzione della celebre “tela Olona”, utilizzata anche in ambito militare. Oggi è guidata dalla dodicesima generazione, a testimonianza di un’incredibile continuità familiare. Dopo decenni di attività come contoterzista, l’azienda ha fatto il salto di qualità passando alla produzione interna, valorizzando il proprio know-how e posizionandosi sul mercato con una visione orientata all’eccellenza. L’acqua, elemento essenziale per la lavorazione, è ancora oggi una risorsa gestita con rispetto e cura. Obiettivo dichiarato: fare un tessuto sempre più vincente e riconoscibile.

Bragonzi: acciaio, resistenza e cuore operaio 

La Bragonzi, fondata nel 1922 a Lonate Pozzolo da Oreste Bragonzi, è una delle fonderie storiche del territorio. Durante il secondo conflitto mondiale non si è mai fermata, continuando la produzione e specializzandosi nel dopoguerra in leghe resistenti all’usura. Negli anni ’70, ’80 e ’90 ha investito nella costruzione di macchine utensili ad alta precisione. Oggi l’azienda impiega 400 persone e continua a innovare, puntando su metallurgia avanzata e sviluppo di nuove leghe. Il 95% del fatturato arriva dal mercato italiano, ma l’obiettivo è crescere anche all’estero. L’azienda, nonostante la sua vicinanza a un centro urbano, è allineata agli standard ambientali più severi.

 Tintoria Crespi: il colore dell’eccellenza 

Nel 1919, in via Pellico a Busto Arsizio, Giovanni Crespi fonda quella che diventerà una colonna portante del tessile cittadino: la Tintoria Crespi. Azienda familiare da generazioni, lavora tutte le fibre cotoniere e si è specializzata in tessuti per camiceria e abiti di peso medio. La sua forza è nel ciclo completo, dal tessuto greggio fino ai finissaggi, sempre in sintonia con le esigenze della clientela. Il rapporto con il territorio e con i collaboratori è stato – e resta – un tratto distintivo: ogni innovazione è accompagnata da un senso profondo di appartenenza.

Rudolf Hub 1922: chimica e sostenibilità nel cuore della città 

Punto d’incontro tra ingegneria tedesca e sensibilità ambientale italiana, Rudolf Hub 1922 è una tessitura con finissaggi tessili di altissimo livello. La sede a Busto non è casuale: inserirsi nella matrice storica dell’economia tessile bustocca ha dato all’azienda una spinta decisiva. Tra le innovazioni più significative, l’uso di un generatore di ozono che consente di trattare i tessuti senza prodotti chimici, rivoluzionando il processo produttivo. L’obiettivo è chiaro: attirare clientela da tutto il mondo puntando su una chimica di ultima generazione e sul rispetto ambientale.

Fantinelli: dai manometri alla stampa 3D 

Fondata nel 1878, la Fantinelli è la prima azienda italiana ad aver prodotto manometri e termometri. Le immagini degli antenati, appese con orgoglio negli uffici, parlano di una tradizione fortissima. Oggi l’azienda, che serve il settore petrolchimico e navale, ha investito anche nella stampa 3D, realizzando componenti in nylon, acciaio, alluminio e titanio. Un’evoluzione apparentemente lontana dalla produzione originaria, ma in realtà coerente con lo spirito pionieristico che da sempre la guida. L’innovazione ha infatti incrementato il volume d’affari e proiettato l’impresa nel futuro.

Castiglioni Antonluigi: l’arte jacquard che viaggia nel mondo 

Fondata nel 1863 come piccolo studio per la produzione di accessori tessili, la Castiglioni Antonluigi è oggi un punto di riferimento nella creazione di disegni jacquard. L’azienda esporta in Italia e nel mondo, con una particolare penetrazione nei mercati sudamericani. La produzione guarda alle tecniche tradizionali, ma con uno sguardo rivolto alla sperimentazione e alla bellezza grafica. Il legame con la storia è profondo, ma non è mai nostalgia: è forza identitaria.

Limenta Michele: da un’archetta alla conquista dell’Europa 

Nel 1923, un uomo rimasto senza lavoro si inventa una nuova vita producendo archette per il settore tessile. Così nasce la Limenta Michele, che dopo la pausa forzata della Seconda guerra mondiale riprende il suo cammino fino a diventare una realtà consolidata nella commercializzazione della materia prima tessile. L’azienda, oggi centenaria, serve clienti in tutta Europa. L’attenzione alla qualità e la continua crescita della domanda ne fanno un esempio di resilienza e capacità di adattamento.

Il filo rosso di Enrico Dell’Acqua 

In sottofondo a ogni fotogramma, si percepisce la figura di Enrico Dell’Acqua, pioniere dell’industria bustocca e instancabile viaggiatore, che ha portato il nome di Busto Arsizio oltre i confini nazionali. Il docufilm è anche un tributo al suo spirito imprenditoriale, alla sua capacità di vedere opportunità dove altri vedevano confini. È lui l’ideale “narratore invisibile” di queste storie, esempio vivente di come visione e azione possano convivere.

Una memoria che diventa futuro 

Il progetto non è una semplice celebrazione, ma un investimento culturale e identitario. Come ha sottolineato il sindaco Antonelli, il film verrà trasmesso e divulgato dal Comune di Busto Arsizio per sensibilizzare nuove generazioni e imprese alla memoria attiva: quella che si tramanda non solo con i documenti, ma soprattutto con la passione. Perché la storia industriale bustocca non è solo passato, ma una promessa che continua.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link