“Nessuna proroga PNRR, ma c’è un piano B per i progetti lenti”


“Il dialogo con gli Stati Uniti deve essere costruttivo, ma l’Unione europea non può rinunciare a perseguire i propri obiettivi”. Con queste parole Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione europea, ha aperto il suo intervento al Forum in Masseria, rispondendo alle sollecitazioni di Bruno Vespa.

Fitto ha evidenziato come il confronto transatlantico, in particolare sulla questione dei dazi, debba tenere conto della necessità per l’Europa di rafforzare la propria dimensione economica. “Ci auguriamo che il prossimo 9 luglio si possa giungere a un’intesa”, ha detto ricordando che sono in corso anche importanti dialoghi con India e Sudafrica, paesi con cui Bruxelles mira a consolidare nuovi mercati.

Tra i temi centrali affrontati, quello della semplificazione e della flessibilità è stato ribadito più volte come chiave per il futuro dell’UE. “Questa è la ricetta giusta: semplificare, adattarsi alle esigenze, agire con flessibilità”, ha spiegato Fitto.

Sul PNRR, il vicepresidente ha confermato l’approvazione della settima rata per l’Italia, ma ha chiarito che non è possibile alcuna proroga delle scadenze, a meno di non modificare tre regolamenti comunitari. Tuttavia, ha indicato un’alternativa: “Se alcuni progetti non saranno conclusi entro i termini, potranno essere trasferiti su altri fondi”, ha chiarito sottolineando la necessità di sfruttare tutti gli strumenti disponibili attraverso percorsi alternativi.

Rispondendo alle parole di Gaetano Manfredi, presidente Anci, che aveva auspicato un maggiore affidamento diretto delle risorse ai Comuni per accorciare i tempi, Fitto ha risposto con cautela: “Non entro nel merito delle relazioni tra enti, sarebbe un salto nel vuoto dal ventesimo piano, ma è chiaro che serve rafforzare il dialogo collaborativo tra tutti i livelli istituzionali”.

Altro nodo evidenziato è quello delle aree interne e rurali, che secondo Fitto “soffrono un fenomeno galoppante di spopolamento”, a cui l’Europa dovrà offrire risposte strutturali, anche attraverso le politiche di coesione.

“Questa politica rappresenta un terzo del bilancio dell’Unione Europea. Serve usarla bene, con visione, puntando su priorità reali. Una su tutte: l’approvvigionamento idrico, che sarà una delle principali emergenze del futuro”.

Fitto ha ribadito più volte che la spesa pubblica europea deve diventare sempre più flessibile, capace di adattarsi rapidamente alle esigenze dei territori e alle sfide in evoluzione: “Non possiamo affrontare le emergenze con strumenti rigidi: bisogna saper spendere dove serve, quando serve”.

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