TCF opzionale, al via il nuovo regime di controllo del rischio fiscale per le imprese


Il 10 luglio è stato pubblicato il decreto del Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze che disciplina le modalità attuative del nuovo regime opzionale per l’adozione del sistema di controllo del rischio fiscale, noto anche come Tax Control Framework (TCF) opzionale.

Il provvedimento dà piena attuazione all’articolo 7-bis del decreto legislativo n. 128 del 2015, introducendo la possibilità per i contribuenti non ammessi al regime di adempimento collaborativo di accedere comunque agli stessi benefici in termini di riduzione delle sanzioni, attraverso l’adozione volontaria di un sistema strutturato per la rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale.

Il decreto definisce in modo puntuale i presupposti e i requisiti per accedere al regime. I contribuenti interessati dovranno presentare all’Agenzia delle Entrate un’apposita comunicazione, corredata da una serie di documenti tra cui:
• una descrizione dell’attività aziendale;
• la strategia fiscale adottata;
• una mappatura dei rischi fiscali;
• la documentazione del sistema di controllo interno;
• una certificazione del TCF.

Una volta trasmessa la comunicazione, il regime diventa operativo già a partire dal periodo d’imposta in corso, permettendo così al contribuente di godere immediatamente degli effetti premiali previsti dalla normativa.

Il TCF opzionale ha una durata iniziale di due periodi d’imposta ed è tacitamente prorogato per altri due anni, salvo revoca espressa da parte del contribuente. È bene sottolineare che l’adozione del TCF è irrevocabile per il biennio in corso e che l’Agenzia delle Entrate mantiene la facoltà di verificare il possesso dei requisiti richiesti. Anche le istanze di interpello presentate nell’ambito di questo regime dovranno rispettare specifici requisiti di ammissibilità e saranno sottoposte al controllo degli uffici competenti.

L’introduzione del TCF opzionale rappresenta un’importante occasione per le imprese, in particolare per quelle di medie dimensioni che finora non potevano accedere ai benefici riservati al regime di adempimento collaborativo. Oltre alla possibilità di ridurre il rischio di sanzioni, l’adozione di un sistema strutturato di gestione del rischio fiscale può migliorare la reputazione dell’impresa, rendendola più attrattiva agli occhi di investitori e stakeholder.

Il TCF spinge le aziende a adottare un approccio proattivo alla gestione del rischio, con effetti positivi anche sull’efficienza operativa. L’obbligo di mappare, valutare e monitorare i rischi fiscali contribuisce infatti a individuare inefficienze e a rendere più trasparenti i processi interni.

Il messaggio che emerge dal nuovo decreto è chiaro: il TCF opzionale non deve essere visto solo come un adempimento formale. È, piuttosto, un’opportunità per trasformare la gestione del rischio fiscale in un vantaggio competitivo. Le imprese che sapranno coglierla potranno creare un ambiente più sicuro, efficiente e trasparente, rafforzando la propria posizione sul mercato.

Con l’introduzione del regime opzionale, il sistema fiscale italiano fa un ulteriore passo avanti verso una maggiore collaborazione tra amministrazione e contribuenti, premiando le aziende che scelgono di operare con responsabilità e trasparenza.





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