La sicurezza sembra essere ormai un tema centrale nella politica, anche perché tra gli interventi finanziati dalla Regione e quelli messi a bando dal Comune di Trieste di lavoro (e di soldi) ce n’è per tutti. La presentazione del nuovo progetto supportato dall’amministrazione comunale va inserito nel contesto di una sempre maggiore domanda di legalità da parte dell’opinione pubblica, garantita dai fondi che la pubblica amministrazione continua a stanziare nel tentativo di rendere più sicura la città. L’edizione 2025 del bando “Installazione sistemi di sicurezza” prevede 260 mila euro di finanziamenti (è la Regione Fvg a metterli sul piatto, dopo la richiesta della giunta Dipiazza), cifra identica a quella stanziata l’anno precedente e che, così facendo, secondo l’assessore Caterina de Gavardo “continua a rispondere alle esigenze e alle richieste della cittadinanza”.
Quando i bandi aiutano le indagini
Nel 2024 le domande sulle abitazioni private erano state 390, mentre quelle accolte erano state meno del 30 per cento (121). Il bando (che esiste dal 2020), presuppone infatti alcune tipologie diverse di interventi finanziabili. Privati, condomini e imprese, ma anche chiese, impianti sportivi e scuole private. Con l’obiettivo di “soddisfare il maggior numero possibile di domande”, l’amministrazione comunale punta anche a facilitare il lavoro per gli operatori di polizia giudiziaria, visto che sempre più spesso Trieste appare bombardata dalle truffe in abitazione.
La truffa del finto incidente
L’installazione del videocitofono, solo per citare un esempio, potrebbe dare una grossa mano alle indagini che puntano a smascherare i finti avvocati o carabinieri delle truffe del finto incidente. In tal senso, infatti, va ribadito che a causa della riforma della giustizia le intercettazioni telefoniche nel reato di truffa non sono previste (in una recente indagine i carabinieri avevano dovuto contestare una serie di reati diversi per vedersi concesse le intercettazioni). Ecco che così le immagini video possono risultare utili per rintracciare quantomeno gli “esattori”, ovvero chi si presenta sulla porta di casa a riscuotere denaro, gioielli o “tutto quello che ha”. Nell’ottica del rispetto della legalità, il vicecomandante della polizia locale ha affermato che durante i lavori e in contemporanea alla presentazione delle domande verranno effettuati dei controlli a campione. Ma andiamo con ordine.
Locali terrorizzati dai soliti ignoti, due colpi a settimana: Trieste, terra di conquista per i ladri
Abitazioni private prima di tutto
La distribuzione dei fondi appare “sbilanciata” proprio a favore dell’installazione di impianti di sicurezza nelle abitazioni private. Su 260 mila euro, infatti, i fondi destinati a tale categoria ammontano a 210 mila euro; i condomini avranno a disposizione invece 35 mila euro, mentre l’unica che scende è quella destinata alle imprese. Questo è avvenuto, secondo de Gavardo, “perché nel 2024 eravamo riusciti a soddisfare il 92 per cento delle richieste”, ma è indubbio, visto il divieto di sovrapporre finanziamenti regionali e comunali, che per le imprese e le categorie economiche il bando della Camera di commercio metta sul piatto una grande opportunità. Tra chi scende nei fondi ci sono anche i luoghi di culto, gli istituti sportivi e gli edifici scolastici privati.
Dove finiscono i soldi
Quali sono gli interventi finanziabili? Si possono installare spioncini, porte blindate, impianti di videocitofono. Non sono previsti interventi invece come cancelli, casseforti, recinzioni o contratti con istituti di vigilanza. “Per ottenere il contributo l’immobile deve trovarsi nel territorio del Comune di Trieste, e si può presentare una sola domanda per ogni immobile. Tuttavia, questa domanda unica può includere più interventi, come ad esempio l’installazione di una porta blindata e di uno spioncino, tutto in un’unica richiesta. Inoltre, nella domanda si può anche includere il costo della manodopera, rendendo più semplice e completo il processo”. Il Comune mette a disposizione un contributo pari al 75 per cento della spesa complessiva. Il tutto deve essere pagato con fattura e i lavori concludersi entro la fine del 2025. La domanda, però, può essere presentata fino al 31 gennaio 2026.
Chi può fare domanda
“Possono fare domanda non solo i proprietari dell’immobile, ma anche chi ha un contratto di affitto o un accordo di comodato, purché abbia la residenza nell’immobile, sia al momento della domanda che al momento della concessione del contributo. Per quanto riguarda i condomini, la domanda deve riguardare le parti comuni dell’edificio e può essere presentata sia dal proprietario dell’immobile che dall’amministratore condominiale. La graduatoria tiene conto anche del numero di condomini presenti nell’edificio, quindi più sono le unità, più può influire sulla posizione in graduatoria. Per le attività commerciali e le professionalità, si dà priorità alle piccole e medie imprese, e l’assegnazione avviene in base alla cronologia di presentazione delle domande. È molto importante ricordare che questo contributo non può essere cumulato con altri contributi che hanno la stessa finalità” ha concluso de Gavardo.
Per maggiori chiarimenti scrivere a plts.gef@comune.trieste.it
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link