Il Conto Termico 3.0 amplia incentivi per efficienza energetica e rinnovabili, semplifica l’accesso, estende i beneficiari e finanzia interventi fino al 100%, soprattutto per scuole e piccoli comuni. Ma interessa anche le abitazioni private
Con l’approvazione definitiva in Conferenza Unificata e l’annuncio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), il nuovo Conto Termico 3.0 è ufficialmente realtà. Si tratta di un aggiornamento sostanziale del meccanismo di incentivazione destinato all’efficienza energetica e alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di accelerare la transizione ecologica, abbattere i consumi energetici e ridurre le bollette, in particolare per cittadini, amministrazioni e piccole comunità locali.
900 milioni di euro all’anno per finanziare la sostenibilità
La nuova versione del Conto Termico prevede una dotazione finanziaria annua di 900 milioni di euro, così suddivisa:
A questa cifra si aggiungono 20 milioni specifici per la redazione delle diagnosi energetiche, fondamentali per pianificare interventi mirati nel settore pubblico.
Più soggetti ammessi e procedure semplificate
Uno dei punti di forza del nuovo decreto è l’allargamento della platea dei beneficiari:
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Enti del terzo settore equiparati alla PA;
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Consorzi, autorità portuali e società in-house;
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Comunità energetiche rinnovabili (CER) e configurazioni di autoconsumo collettivo.
Inoltre, la burocrazia si alleggerisce: i nuovi meccanismi permettono l’accesso agli incentivi anche tramite una ESCO (Energy Service Company) o un Esperto in Gestione dell’Energia (EGE), e il termine per presentare la domanda dopo l’intervento è esteso a 90 giorni (contro i 60 precedenti).
Interventi incentivabili: più tecnologia e sostenibilità
Accanto alle misure classiche (come isolamento termico, sostituzione di infissi, collettori solari, pompe di calore), il Conto Termico 3.0 introduce nuove tipologie di interventi, rispecchiando l’evoluzione tecnologica e i cambiamenti nei costi di mercato:
Nuovi interventi ammessi:
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Fotovoltaico con sistemi di accumulo (solo se abbinato a pompe di calore);
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Colonnine di ricarica per veicoli elettrici, anche aperte al pubblico, installate congiuntamente alla sostituzione degli impianti termici;
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Allaccio a reti di teleriscaldamento alimentate da rinnovabili;
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Sistemi di microcogenerazione alimentati da fonti rinnovabili;
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Sostituzione di scaldacqua elettrici con pompe di calore.
Esclusa, invece, la possibilità di incentivi per l’installazione di generatori a gas a condensazione, ancora previsti nella vecchia versione.
Fino al 100% di copertura in aree e settori strategici
Normalmente l’incentivo copre fino al 65% delle spese ammissibili, ma il decreto prevede finanziamenti integrali (100%) nei seguenti casi:
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edifici pubblici nei Comuni con meno di 15.000 abitanti;
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scuole pubbliche;
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ospedali e strutture sanitarie, incluse case di cura e assistenza.
Una scelta che riconosce l’urgenza di intervenire in territori spesso trascurati e in ambiti fondamentali come salute e istruzione.
Le prossime tappe: via al portale aggiornato entro l’autunno
Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) resta l’ente incaricato dell’attuazione operativa del meccanismo. Entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, sarà aggiornato il Portaltermico, lo sportello digitale per presentare le domande.
Da quel momento, cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni potranno concretamente avviare i propri progetti e ottenere l’incentivo.
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