La torinese Bitron raccoglie 255 mln euro con un prestito bancario da 150 mln e uno Schuldshein a 105


Bitron Industrie spa, multinazionale italiana con sede a Grugliasco (TO) e leader nei prodotti e sistemi meccatronici, con 1,5 miliardi di fatturato nel 2023, ha perfezionato l’accensione di un pacchetto di finanziamento da complessivi 255 milioni di euro articolati sull’emissione di un prestito Schuldschein da 105 milioni di euro e di un prestito bancario senior da 150 milioni (si veda qui il comunicato stampa).

La parte Schuldschein si compone di un finanziamento a medio-lungo termine, con tranche a scadenza, rispettivamente, a tre (luglio 2028) e cinque anni (luglio 2030). Lo strumento, regolato dalla legge tedesca, è destinato alla sottoscrizione da parte di investitori istituzionali nazionali e internazionali. Il prestito è stato strutturato da BNP Paribas Cib Italia, Intesa Sanpaolo – Divisione IMI CIB e UniCredit Bank GmbH. Quest’ultima ha altresì agito in qualità di first lender.

Quanto al prestito senior da 150 milioni, ha una scadenza di 5 anni, e si compone di tre linee distinte: una Term, una Capex e una Revolving. Il finanziamento è stato strutturato e concesso da Intesa Sanpaolo – Divisione IMI CIB, UniCredit e BNL BNP Paribas.

Chiomenti ha assistito gli arranger e la società sullo Schuldschein, coadiuvato per gli aspetti di diritto tedesco dallo studio Gleiss Lutz. Invece sul prestito bancario Chiomenti ha assitito la società, mentre le banche arranger sono state seguite da Ashurst.

Bitron, interamente controllata dalla famiglia Bianco, vanta un’estesa presenza internazionale, con 20 impianti produttivi distribuiti in tre continenti, cioè Europa, Messico e Cina, e altrettante presenze tra uffici commerciali e centri di progettazione. Come accennato in apertura nel 2023 ha fatturato 1,5 miliari di euro generando un ebitda di circa 75 milioni (si veda qui il report di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).

Lo Schuldschein, fino a qualche anno fa utilizzato quasi esclusivamente da emittenti tedeschi sui locali mercati finanziari, ha visto gradualmente estendere il suo utilizzo al di là dei confini nazionali, soprattutto per la sua praticità. E’ infatti simile a un prestito, ma richiede una documentazione più snella, quindi comporta dei costi di strutturazione più bassi. Anche il tasso d’interesse è più competitivo, soprattutto perché è utilizzato da grandi aziende di elevato standing internazionale, come appunto Bitron, ed è anche trasferibile, seppure in modo non molto agevole. La struttura incorpora quindi alcune caratteristiche dei bond, e lo possono sottoscrivere banche, assicurazioni e investitori istituzionali, il che consente agli emittenti di diversificare le fonti di finanziamento e anche la tipologia di investitori.

Fino all’entrata in vigore nel gennaio 2015 del decreto cosiddetto Investment compact, lo Shuldschein, SSD nel gergo dei mercati, era potenzialmente accessibile solo per emittenti italiani dotati di veicoli finanziari (e necessità di finanziamento) esteri, mentre ora il trattamento fiscale degli interessi e del capital gain per gli investitori esteri risulta neutrale anche nel caso di SSD emessi da entità italiane, dopo l’estensione . a tutti gli investitori istituzionali costituiti in Paesi Ue dell’esenzione dalla ritenuta del 26% sugli interessi e i proventi derivanti da finanziamenti a medio-lungo termine erogati a imprese italiane.

Tra le imprese italiane, sino a quel momento a fare ricorso agli SSD erano state, appunto solo tramite controllate estere, soltanto Telecom Italia nel 2008 (250 milioni di euro a 5 anni) e Pirelli nel dicembre 2012 (155 milioni). Grazie alla novità normativa del 2015 si è quindi aperta  l’opportunità per le pmi italiane di utilizzare l’SSD. Nella realtà lo strumento non ha però avuto un così grande successo tra le aziende italiane, proprio perché gli investitori in SSD prediligono aziende grandi e solide. Si ricordano per esempio le emissioni da 250 milioni di euro di Buzzi Unicem nel 2017, che a sua volta aveva già fatto ricorso a questo tipo di strumento in passato per la propria controllata tedesca Dyckerhoff GmbH (si veda altro articolo di BeBeez); e quella ESG-linked di Bracco Imaging da 120 milioni nel 2020, sottoscritta da CDP e Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez).

In tempi più recenti, chi ha fatto ricorso allo Schuldschein è stata, prima utility italiana, la Compagnia Valdostana delle Acque, che lo ha utilizzato nel 2023 con un’operazione da 250 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez)



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