Partita IVA e Gen Z: il nuovo volto del lavoro


Nessun cartellino da timbrare, né orari da rispettare o luoghi fisici in cui trovarsi nelle prime ore del mattino: la Generazione Z insegue la libertà, la flessibilità e la meritocrazia a volte a discapito di un sistema che, purtroppo, non premia i giovani. Sono sempre di più gli under 25 che aprono la partita IVA per costruirsi da subito una carriera autonoma nei settori più disparati, dall’ICT ai media. E spesso molti riescono a diventare veri e propri imprenditori di sé stessi. Questi giovani che hanno deciso di avviare la propria carriera durane gli ultimi anni scolastici possono, ad oggi, possono contare su un business solido e fruttuoso.

Ma quali sono le opportunità per i giovani freelance che vogliono avviare una carriera autonoma? Il lavoro autonomo è davvero così allettante come sembra o ci sono delle difficoltà da non sottovalutare?

Giovani e partita IVA: la Gen Z preferisce il lavoro autonomo

La nuova generazione di lavoratori, tra i 18 e i 26 anni, si identifica nel lavoro autonomo: questa, almeno, è la fotografia scattata da una recente indagine realizzata dalla tech company Fiscozen su un campione di 1.127 lavoratori con partita IVA. Libertà, flessibilità, autonomia e tempo libero sono le parole chiave che i giovani hanno messo al primo posto nella costruzione del loro futuro: lo ha confermato anche Marco Ponzini, copywriter e creativo, intervistato da Partitaiva.it.

Poter scegliere quali progetti portare avanti, a quali clienti fornire i propri servizi e quali orari di lavoro adottare per raggiungere obiettivi e risultati sono aspetti fondamentali per le nuove generazioni.

“Non è un’attività adatta a tutti – specifica Ponzini -, soprattutto se si decide di avviare un business prima dei 18 anni. Se c’è passione, interesse e impegno, sicuramente è la strada giusta. Se l’unico interesse è guadagnare, invece, ci sono metodi più semplici per farlo”.

Partita IVA a 18 anni: come avviare una nuova attività

Marco Ponzini è l’esempio emblematico di come un giovane possa decidere di aprire la partita IVA a 18 anni per costruire il proprio futuro e, soprattutto, raccogliere i frutti del proprio lavoro nonostante la giovanissima età. “I miei genitori, per il mio 18esimo compleanno, mi hanno regalato un anno di commercialista”, ha scherzato Ponzini nel corso dell’intervista.

La carriera del giovane è iniziata prestissimo, un po’ per la passione e un po’ per la voglia di mettersi in gioco in un settore dove la creatività è essenziale.  Aveva appena 16 anni quando ha avviato l’attività di copywriter, mentre stava ancora frequentando il liceo.

“Inizialmente lavoravo in ritenuta d’acconto oppure, a volte, anche gratis per farmi conoscere e per fare esperienza. I miei genitori inizialmente erano un po’ titubanti sulla mia attività di copywriter, ma poi vedendo la mia passione e le mie prime entrate, seppur piccoline, si sono ricreduti”. Gli amici di Ponzini, invece, erano molto curiosi di capire come funzionava questo lavoro, mentre i professori invitavano il giovane a godersi quegli anni, perché il tempo non torna indietro e i 18 anni passano velocemente.

Perché la Gen Z preferisce la partita IVA al lavoro dipendente?

Secondo l’indagine di Fiscozen, le motivazioni che spingono i giovani ad avviare un’attività in forma autonoma piuttosto che inseguire il cosiddetto “posto fisso” sono diverse:

  • la libertà di decidere dove e quando lavorare, senza orari fissi né luoghi prestabiliti;
  • la possibilità di costruire il proprio futuro grazie ai propri sforzi senza dipendente dal lavoro subordinato;
  • l’appartenenza ad albi professionali;
  • la possibilità di guadagnare di più (effettuando le scelte giuste).

Quasi otto giovani su dieci (79%) si ritengono soddisfatti della scelta effettuata, mentre il 35,8% afferma di aver ottenuto risultati significativi, sebbene il 61,5% sia alla costante ricerca di un equilibrio nei flussi di lavoro.

“Tornando indietro rifarei le stesse scelte, perché sono quelle che mi hanno portato dove sono ora”. Ponzini ha pubblicato anche un libro (“Nessuno ha ancora trovato Atlantide”), una raccolta di poesie che ogni giorno ama scrivere: il titolo del best seller, che è rimasto sul podio della classifica di Amazon per diversi mesi, riprende una poesia scritta dall’autore.

Le preoccupazioni dei giovani autonomi

Le principali preoccupazioni che affliggono i giovani lavoratori autonomi sono l’eccessiva pressione di tasse e contributi (nel 22,7% dei casi), riuscire a guadagnare abbastanza (20,7%), l’assenza di tutele (15,7%), e la difficoltà di trovare nuovi clienti (12,4%). Ponzini inizialmente si è affidato a community online per cercare i primi clienti e, grazie a 2 aziende, è riuscito a farsi conoscere e ad acquisire nuove opportunità.

“Ho cercato di scegliere quei clienti che avevano più ‘cibo nel piatto’, mentre in altri casi mi proponevo gratuitamente. Mi presentavo e offrivo i miei servizi anche senza corrispettivo economico per crescere piano piano” ha detto.

Negli ultimi anni, come riporta anche l’indagine, è emersa tra i giovani la paura di lavorare troppo e trascurare la vita privata. La soluzione? Ponzini ha una propria filosofia. “Non sono un fan dell’equilibrio tra vita personale e professionale – spiega -. Preferisco parlare di ciclo di vita: ci sono dei periodi in cui si lavora tanto e si ha meno tempo libero, e altri momenti in cui si lavora un po’ meno e si ha più tempo da dedicare alla famiglia, allo sport, ad altre attività”.

Partita IVA per giovani: opportunità e agevolazioni per la Gen Z

Il periodi di pandemia ha visto aumentate le partite IVA aperte dai giovani, soprattutto nel settore tecnologico e social: “Ho visto con molta sorpresa la creatività di giovani che in quel frangente si sono reinventati e sono riusciti a fare di un periodo problematico di stallo un’opportunità”, spiega Federica Bellomia, commercialista e revisore legale intervistata da Partitaiva.it

Le professioni più apprezzate dai giovani sono proprio quelle legati alla tecnologia: social media manager, video maker, youtuber, influencer, web designer, titolare di e-commerce. Ma non mancano nemmeno i lavori manuali, scelti soprattutto dai ragazzi. Bellomia è convinta che la presenza di bandi a livello nazionale e regionale sia una spinta importante per l’avvio di nuove attività.

Al momento è attivo il bonus giovani imprenditori 2025, che favorisce la creazione di nuove imprese e attività professionali individuali e collettive di giovani under 35, prevede voucher utilizzabili per l’acquisto di strumenti, beni e servizi per l’avvio di un’attività e contributi a fondo perduto a copertura di parte delle spese sostenute.

Partita IVA: una guida pratica per avviare un business di successo

La libera professione e la carriera imprenditoriale sono settori che affascinano i giovani, ma spesso secondo la commercialista vengono sottovalutati aspetti importanti di questa professione: diffondere la cultura imprenditoriale è il primo passo per insegnare ai giovani a costruire il proprio futuro.

“È fondamentale partire dall’ABC finanziaria: educare ad un uso consapevole e responsabile dei soldi, familiarizzare con le imposte per avere consapevolezza della loro utilità e sentirsi parte attiva della collettività. In questo momento storico meritano una particolare attenzione i programmi finanziari per pianificare il proprio futuro pensionistico”, ha spiegato Bellomia.

Nella cassetta degli attrezzi di una giovane partita IVA non dovrebbero mai mancare un software per la fatturazione elettronica, degli strumenti di supporto per la gestione dei flussi di cassa e dei salvadanai digitali.

Aprire la partita IVA è una scelta importante e deve essere ponderata: “Il desiderio e l’entusiasmo sono alla base della realizzazione di ogni sogno, ma non bastano – ha continuato – Bisogna imparare ad affrontare momenti di difficoltà e soprattutto riuscire a vedere opportunità anche nelle difficoltà”.

Quale regime fiscale conviene

Il regime forfettario, soprattutto per l’avvio di nuove attività, è ideale per contenere i costi contenuti sebbene non consenta di scaricare le spese legate all’attività e le detrazioni 730.

Non bisogna dimenticare, comunque, che “avere una partita iva comporta anche costi di gestione contabile che variano a seconda del regime fiscale scelto. Il forfettario è quello più semplificato a livello di adempimenti e quindi sicuramente il meno oneroso”. L’ideale sarebbe accantonare almeno il 35% del proprio fatturato per gestire al meglio tutti i costi della partita IVA forfettaria.



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