Con la raccomandazione C(2025) 4319 final del 2 luglio 2025, la Commissione europea propone un’architettura comune per incentivare la transizione industriale verde attraverso strumenti fiscali mirati, particolarmente rivolti alle PMI. Al centro del modello disegnato dall’Europa ci sono crediti d’imposta fino al 60% per tecnologie pulite, decarbonizzazione e resilienza produttiva. Incentivi che siano «semplici da comprendere e da utilizzare per le imprese e le amministrazioni», oltre ad essere tempestivi e certi nei risultati. La commissione chiede agli Stati membri che le misure vengano delineate o adottate entro cinque mesi: per le imprese sarà fondamentale seguire da vicino come queste indicazioni verranno tradotte in Italia.
Nel quadro del “Clean Industrial Deal”, che da febbraio 2025 scandisce un’ambiziosa tabella di marcia di trasformazione del tessuto produttivo europeo in chiave sostenibile, la recente pubblicazione della raccomandazione C(2025) 4319 final compie un passo oltre, puntando a trasformare i sistemi di incentivi fiscali dei singoli stati dell’Unione in uno strumento strutturale e armonizzato di politica industriale.
I Paesi membri sono invitati a progettare o adottare, entro la fine dell’anno, misure coerenti e coordinate, per promuovere investimenti in tecnologie pulite e sostenere la competitività delle imprese europee nella transizione green. Si suggerisce ad esempio il ricorso all’ammortamento accelerato (fino all’immediato ammortamento della totalità delle spese) e ai crediti d’imposta rimborsabili e cumulabili, prevedendo la possibilità di compensazione con altre imposte oltre a quella sul reddito delle società.
Nelle considerazioni sul “Patto per l’industria pulita” che la Banca d’Italia ha portato alla Camera dei deputati lo scorso 16 luglio, vengono segnalati come esempi di valore nell’esperienza italiana gli schemi dei piani Transizione 4.0 e Transizione 5.0, giudicati come interventi efficaci per «continuare a dare un contributo al percorso di decarbonizzazione».
Qui un indice degli argomenti:
Crediti d’imposta per la capacità produttiva in ambiti chiave
Attraverso la raccomandazione C(2025) 4319 final, gli Stati membri sono invitati a introdurre un credito d’imposta per progetti che generano nuova capacità produttiva negli ambiti:
- prodotti finali a zero emissioni nette;
- componenti critici e materie prime strategiche.
Così il perimetro di limiti e intensità di aiuto prospettato nella raccomandazione UE:
- fino a 150 milioni di euro per progetto fuori dalle zone assistite, con intensità massima del 15% dei costi ammissibili;
- fino a 200 o 350 milioni di euro per progetto in zone assistite, con intensità fino al 20% o 35%;
- intensità maggiorate per PMI e progetti considerati strategici o realizzati in distretti ad alta priorità (es. “distretti di accelerazione”).
Crediti d’imposta per la decarbonizzazione industriale
Il secondo canale d’incentivazione descritto nella raccomandazione riguarda gli investimenti finalizzati a:
- ridurre le emissioni di gas serra;
- aumentare l’efficienza energetica dei processi industriali;
- implementare piani di transizione aziendale in linea con il Green Deal.
La Commissione invita gli Stati membri a introdurre uno sgravio fiscale sotto forma di credito d’imposta per progetti di investimento in tecnologie pulite (ad esempio, energie rinnovabili e strumenti di efficientamento energetico) e per la decarbonizzazione industriale entro specifici limiti e intensità di aiuto:
- fino a 200 milioni di euro per progetto;
- intensità variabile dal 20% al 60%, in base alla natura dell’investimento e alla dimensione dell’impresa (con premialità per le PMI).
Ammortamenti accelerati: un’altra leva per la liquidità
Accanto ai crediti d’imposta, la Commissione incoraggia l’uso esteso dell’ammortamento accelerato – fino alla spesa immediata – per investimenti in tecnologie pulite. Deducendo l’intero costo nel primo esercizio fiscale o in tempi brevi, si potrebbero generare effetti positivi sulla liquidità delle imprese.
La Commissione prevede anche la possibilità di ammortamento discrezionale, in modo da consentire all’impresa di decidere quando applicare la deduzione in base alla propria capienza fiscale.
Investimenti “raccomandati”: quali spese potrebbero essere ammissibili?
I crediti d’imposta prospettati dall’Europa potrebbero essere applicabili alle spese effettivamente sostenute per investimenti in linea con la nuova Disciplina per le misure di aiuto di Stato a sostegno del patto per l’industria pulita (che si apre anche ai biocarburanti) e interessare, ad esempio:
- impianti, macchinari e infrastrutture per la produzione o l’utilizzo di tecnologie pulite;
- interventi di efficienza energetica nei processi produttivi;
- riconversione di stabilimenti e linee produttive verso la sostenibilità ambientale;
- attrezzature e infrastrutture per la mobilità a zero emissioni nelle flotte aziendali.
Agevolazioni di facile applicabilità e rapida fruizione
Il documento della Commissione sottolinea esplicitamente che gli incentivi da introdurre dovranno essere «semplici da comprendere e da utilizzare per le imprese e le amministrazioni», oltre ad essere tempestivi e certi nei risultati.
Agli stati che li adotteranno vengono richieste chiarezza ed efficienza: criteri di eleggibilità trasparenti, facilità di uso, con modalità snelle che riducano gli oneri amministrativi sia per le imprese sia per le autorità.
L’Ue specifica, inoltre, che le misure dovranno essere progettate per fornire supporto tempestivo alle imprese, garantendo una rapida fruizione per influenzare realmente le decisioni di investimento sul breve termine; il tutto in un orizzonte di certezza normativa e temporale, oltre che di monitoraggio e valutazione periodica.
L’invito agli Stati membri è quello di recepire la raccomandazione entro fine 2025, adottando un coordinamento comune.
Per le imprese sarà fondamentale seguire da vicino come queste indicazioni verranno tradotte in Italia.
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