“Non poteva mancare la mazzata del
giorno del governo Meloni alle imprese. Non solo il trio delle
meraviglie Meloni-Giorgetti-Urso aveva introdotto a carico delle
imprese, tra le varie gincane e i numerosi balzelli, le ormai
famose polizze anticatastrofali. Adesso si apprende che lo
stesso governo, in vista della manovra, sta programmando
un’ulteriore limitazione di uno degli strumenti che avevano
garantito liquidità e resilienza al tessuto produttivo durante e
dopo la pandemia, ovvero il Fondo centrale di garanzia per le
Pmi gestito dal Mediocredito Centrale”. Lo comunicano in una
nota i parlamentari M5S delle Commissioni bilancio e finanze di
Camera e Senato riferendosi a un articolo del Sole24 Ore che
parla di “nuovi paletti” per l’accesso al Fondo a partire
appunto dalla stipula delle polizze.
“Questo strumento – sottolineano i parlamentari M5s – ha
garantito prestiti e liquidità alle imprese italiane per 250
miliardi, con una percentuale bassissima di escussione delle
garanzie pubbliche, pari a circa il 2%. Dopo un precedente
assottigliamento della percentuale di copertura dei prestiti
bancari da parte del Fondo, sempre operata dall’esecutivo
Meloni, adesso apprendiamo che la stessa stipula della polizza
anticatastrofale da parte delle aziende diventerà condizione
ineliminabile per l’intervento del Fondo. Quello di Meloni e
Giorgetti non è lo Stato minimo di neoliberista memoria, di per
sé già agghiacciante, ma è lo ‘Stato infimo’. A Confindustria e
a tutte le associazioni di imprese: al prossimo anno di
azzeramento della crescita economica e al prossimo mese di calo
della produzione industriale non vi lamentate più. Noi come
sempre, a maggior ragione in vista della prossima Legge di
bilancio, ci batteremo per alleggerire il carico fiscale su
imprese e ceto medio, per cancellare o limitare al massimo il
balzello delle polizze anticatastrofali e per ridare smalto al
Fondo centrale di garanzia per le Pmi”.
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