Notizie dal mondo ASviS: dall’ambiente alla salute, come 128 startup italiane stanno accelerando sulla sostenibilità


Riproponiamo l’articolo di Monica Sozzi del Comitato di Redazione ASviS, Presidente prof Enrico Giovannini, registrato sul sito ASviS il 16 luglio 2025. Il nuovo report di Cariplo Factory fotografa un’ecosistema giovane e in crescita: tutte le aziende coinvolte lavorano su uno o più Goal, e nove su dieci hanno già soluzioni testate in ambito industriale.



 

Nel pieno della “Decade of action”, a meno di sei anni dalla scadenza degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), arriva un segnale positivo dal mondo dell’innovazione italiana. Il report “Reach the Goals – Le startup italiane per gli SDGs”, pubblicato recentemente da Cariplo Factory, mette in luce il contributo di 128 startup e Pmi innovative nate dopo il 2015, capaci di sviluppare soluzioni già testate sul mercato, con un forte orientamento alla sostenibilità.

Nonostante difficoltà di accesso ai finanziamenti (solo il 30% ha beneficiato di bandi pubblici), il 90% ha realizzato una tecnologia in ambiente industrialmente rilevante, l’80% ha partecipato a programmi di accelerazione e oltre il 70% ha ottenuto certificazioni o brevetti. Oltre i due terzi delle aziende ha sede al Nord, ma molte sono state fondate da giovani del Centro-Sud che hanno cercato capitali e opportunità altrove.

«Queste aziende dimostrano, con la loro stessa esistenza, che gli SDGs non sono solo una responsabilità nei confronti delle generazioni future ma anche una straordinaria opportunità di crescita economica e sociale. Una direzione, prima ancora che un traguardo, verso cui tendere per un futuro più equo e sostenibile»

Reach the Goals è la quarta tappa di un percorso di mappatura avviato nel 2020 da Cariplo Factory. Dopo aver indagato il ruolo delle startup contro il Covid, l’imprenditoria femminile e la transizione green, con questo nuovo report, basato su un questionario diffuso tra ottobre 2024 e febbraio 2025, l’attenzione si sposta su chi lavora ogni giorno per contribuire concretamente al raggiungimento dei 17 SDGs dell’Agenda 2030. L’obiettivo è duplice: dare voce a un ecosistema spesso trascurato e fornire uno strumento utile per policy maker, imprese e istituzioni, capace di stimolare alleanze strategiche e nuove forme di collaborazione.

 

I settori in cui si muove la nuova generazione di startup

Il report fotografa un mondo imprenditoriale giovane, in cui prevale il Business to business (71%), ma con un alto tasso di diversificazione: una startup su quattro opera in più settori contemporaneamente. In generale, l’impegno si concentra soprattutto sui seguenti cinque Goal:

  • Goal 12 (Consumo e produzione responsabili) – 20%
  • Goal 3 (Salute e benessere) – 16%
  • Goal 13 (Lotta al cambiamento climatico) – 13%
  • Goal 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture) – 11%
  • Goal 11 (Città e comunità sostenibili) – 11%

Ma tutte le startup coinvolte presidiano più Obiettivi contemporaneamente. I meno presidiati, invece, risultano povertà, disuguaglianze e pace: temi meno convertibili in modelli di business sostenibili.

I settori sono molteplici: agritech, femtech, intelligenza artificiale applicata alla sanità, nuovi materiali, architettura, cultura, mobilità urbana e turismo sostenibile. Alcuni esempi raccontano questa varietà: una clinica virtuale per la menopausa, che fornisce protocolli di trattamento personalizzati basati su input clinici e sintomatologici; un’app per accedere a opere d’arte in alta definizione; un dispositivo per rilevare il glutine nei piatti serviti al ristorante; bioresine naturali prodotte da scarti del pomodoro.

 

Nord e Sud, uomini e donne

Il report evidenzia differenze territoriali e di genere: il Nord raccoglie il 64% delle imprese, mentre il Centro-Sud (36%) è più focalizzato su pochi Goal chiave, come Salute, Educazione e Cambiamenti climatici.

Sul fronte del genere, il 63% dei team è composto esclusivamente da uomini, il 9% da sole donne e il 28% da team misti, segnando un segnale positivo di riequilibrio. Le startup fondate da donne o da team misti sono particolarmente attive sui Goal più legati all’impatto sociale. Al contrario, su questi stessi SDGs è assente il presidio da parte di team interamente maschili, un dato che conferma quanto l’inclusione generi anche una maggiore attenzione alla dimensione sociale dello sviluppo sostenibile.

 

Finanziamenti, collaborazione e impatto: le condizioni per scalare

Nonostante il potenziale, solo una startup su tre ha avuto accesso a bandi pubblici dedicati all’imprenditoria sostenibile, e meno del 50ha collaborato con le istituzioni nel monitoraggio degli SDGs.

Il 70% ha dovuto affrontare condizioni di mercato avverse, come la concentrazione di potere in filiere poco aperte all’innovazione o l’assenza di meccanismi premianti per l’impatto ambientale e sociale.

A oggi, la valutazione d’impatto resta una pratica non sistemica, ma sempre più decisiva per attrarre finanziamenti, credibilità e partnership strategiche. Senza strumenti di misurazione chiari e condivisi, è difficile per queste imprese dimostrare il valore generato.

Perché le startup italiane possano contribuire davvero al raggiungimento degli Sdg, conclude il report, è essenziale rafforzare l’accesso a capitali pazienti, promuovere alleanze istituzionali e integrare la logica dell’impatto nei criteri di selezione e finanziamento. Solo così il loro slancio potrà tradursi in trasformazione sistemica.

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