Vacanze in campagna contro l’overtourism



S arà per moda oppure per necessità, ma di fatto anche quest’anno il turismo “in campagna” pare che vada alla grande. Stando alle previsioni circolate in questi giorni, solo per Ferragosto le presenze negli agriturismi nazionali dovrebbero arrivare a 650mila circa tra italiani e stranieri. E non si tratterà di una sola giornata ma, pare, di soggiorni almeno per 5-6 notti. Questione di borsellino a disposizione, oppure di ricerca di ambienti diversi dalla calca delle spiagge, è in effetti confermato dalle statistiche il successo di quella che, comunque, deve rimanere un’attività complementare all’agricoltura. Ad esercitare l’attività agrituristica, infatti, dovrebbero essere aziende agricole vere. Che comunque sono moltissime. Secondo Coldiretti in Italia si tratta di 26.129 imprese, il 41% in più rispetto al 2008; tra queste, la gran parte offre alloggio (l’81% del totale) con 303.000 posti letto, mentre 13.023 propongono ristorazione, per un totale di 535.000 coperti. Attorno a questi fondamentali dell’offerta agrituristica, crescono le “attività accessorie”: 6.530 agriturismi offrono degustazioni (+115% dal 2008) e 12.973 propongono attività ricreative, sportive o culturali (+25% in 15 anni). In prima fila sono le solite regioni: Sicilia, Campania, Lazio, Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto e Piemonte e soprattutto la Puglia. I coltivatori diretti sottolineano come agriturismo e agricoltura «siano oggi simboli di un turismo che fa dell’innovazione e della valorizzazione delle mille risorse presenti sul territorio nazionale i suoi punti di forza». Una sorta di soluzione «ai problemi legati all’overtourism, che riequilibra i flussi dei visitatori e garantisce la sostenibilità di un settore chiave per l’economia di questo Paese». Tutto bene, quindi. Anche se Agriturist di Confagricoltura indica come «l’estate 2025 per il comparto si presenta caratterizzata da luci e ombre». Il settore tiene, ma i soggiorni si fanno più brevi «con prenotazioni di due o tre notti al massimo, e una crescita del fenomeno delle vacanze “mordi e fuggi’” Le prenotazioni sono sempre più sotto data, rendendo difficile per le imprese pianificare e gestire l’offerta al meglio. Si tratta di una dinamica che accomuna l’intero settore turistico, dagli agriturismi agli alberghi».
Insomma, c’è da fare anche in termini di investimenti e innovazione anche per le aziende agrituristiche. Spazio per crescere pare ve ne sia: dal 2019 ad oggi – dice Agriturist – le presenze dei turisti in Italia sono aumentate dell’8,3%, dato che colloca il nostro Paese al secondo posto, in Europa, dopo la Spagna (+11,2%).
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