La tutela dei minori è a rischio in Sicilia. Per questo ANCI Sicilia ha convocato i Comuni dopo il taglio dei fondi statali per l’accoglienza ai minori stranieri non accompagnati. Una crisi che minaccia servizi essenziali, bilanci comunali e diritti fondamentali.
La tutela dei minori in Sicilia si trova oggi in una condizione di grave emergenza. A lanciare l’allarme è ANCI Sicilia, che ha convocato per il prossimo 12 agosto un incontro urgente in videoconferenza con i Sindaci, gli Assessori ai Servizi Sociali e gli Assessori al Bilancio dei Comuni siciliani. Motivo dell’incontro: l’impatto devastante della recente circolare del Ministero dell’Interno n. 23156, che ha ridotto — con effetto retroattivo — la copertura dei costi per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) dal 100% al 35%.
Una decisione che, secondo ANCI Sicilia, rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema di accoglienza e di compromettere in modo irreversibile la tutela dei minori più fragili, colpendo al cuore i principi costituzionali e gli obblighi internazionali in materia di diritti dell’infanzia.
Una stangata da 60 milioni di euro per i Comuni siciliani
Secondo le stime di ANCI Sicilia, la retroattività del provvedimento rischia di generare un impatto economico di circa 60 milioni di euro per le sole annualità 2023 e 2024. Una cifra enorme per Comuni che già operano in condizioni di forte precarietà finanziaria.
Le conseguenze potrebbero essere drammatiche:
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Squilibri nei bilanci comunali
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Rischi di responsabilità erariali per gli amministratori
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Interruzione dei servizi essenziali
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Impossibilità di garantire un’accoglienza dignitosa e sicura ai minori
Tutela dei minori: un principio non negoziabile
Al centro della protesta di ANCI Sicilia c’è la ferma convinzione che la tutela dei minori non possa essere subordinata a logiche di bilancio. L’accoglienza dei MSNA non è solo un dovere giuridico ma un imperativo morale, sancito dalla Costituzione italiana e dai principali trattati internazionali sottoscritti dal nostro Paese, come la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.
“Non è accettabile che, con una circolare, si modifichino regole in modo retroattivo, generando effetti insostenibili sui Comuni”, ha dichiarato il segretario generale di ANCI Sicilia, Mario Emanuele Alvano.
“Il rischio concreto – aggiunge il presidente Paolo Amenta – è quello di abbandonare i minori più vulnerabili, per assenza di una regia nazionale coerente”.
Verso una posizione comune e azioni condivise
Durante la riunione del 12 agosto, ANCI Sicilia intende:
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Raccogliere il punto di vista degli enti locali
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Elaborare una strategia condivisa a livello regionale
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Valutare l’invio di una richiesta formale alle Prefetture siciliane per trasferire i minori ospitati in strutture accreditate regionali verso centri della rete SAI o altre strutture a carico dello Stato
Una risposta che mira a evitare ulteriori aggravi economici per i Comuni, ma anche a garantire una tutela efficace dei minori, nel rispetto delle norme e della dignità delle persone coinvolte.
Un passaggio cruciale per il futuro del sistema di accoglienza
L’incontro promosso da ANCI Sicilia arriva in un momento particolarmente delicato, che richiede scelte coraggiose e lungimiranti. Il rischio che si sta delineando è quello di un collasso del sistema di accoglienza per minori non accompagnati, con effetti devastanti non solo per le amministrazioni locali ma soprattutto per i diritti dei minori, che non possono essere lasciati indietro.
Il paradosso di dover “tutelare la tutela”
La tutela dei minori non può e non deve essere sacrificata sull’altare delle esigenze di bilancio. ANCI Sicilia chiede con forza che lo Stato si riassuma le proprie responsabilità e che venga garantito un sistema equo, sostenibile e rispettoso della dignità dei bambini e ragazzi accolti. Il 12 agosto sarà un banco di prova importante per i Comuni siciliani: il silenzio e l’inazione di oggi rischiano di avere un costo sociale altissimo domani.
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