Chi lavora nei campi lo sa: il trattore non perdona, il caldo non fa sconti e le regole non si improvvisano. Eppure, nel Bellunese qualcosa si muove. I controlli Spisal parlano chiaro: meno verbali, più consapevolezza. Ma non basta. Perché l’agricoltura resta il secondo settore con più morti sul lavoro in Veneto, dopo l’edilizia. E non è un (quasi) primato di cui vantarsi.
Dal 1° giugno lo Spisal ha avviato una nuova fase di vigilanza nelle aziende agricole. Su 1.927 imprese attive in provincia, ne sono state selezionate 71: quelle con almeno un infortunio negli ultimi cinque anni. Finora sono state controllate 43 aziende, con 5 verbali emessi. Un calo rispetto ai 14 del 2024 e ai 13 del 2023. Segno che qualcosa sta cambiando.
Il Piano regionale di prevenzione, di cui l’Ulss 1 Dolomiti è capofila, punta su tre fronti: sicurezza dei trattori e degli alberi cardanici (tra le cause più frequenti di incidenti mortali), lavoro in ambienti confinati (come cisterne e vasche fognarie, dove si rischia l’inalazione di gas asfissianti), e sorveglianza sanitaria, ancora troppo carente secondo i sindacati.
Non solo controlli però. Il Piano punta anche alla prevenzione contro le alte temperature estive: oggi sono partiti dall’ospedale di Feltre 2.500 kit anti-caldo, composti da maglietta in cotone chiaro e cappellino con visiera. Andranno alle sedi Spisal regionali, per poi raggiungere le aziende agricole. Un gesto concreto, dopo che nel 2024 i sindacati avevano sollevato il problema del lavoro sotto temperature estreme.
«Il Piano non è pensato per punire, ma per aiutare», spiega Gianfranco Albertin di Spisal Belluno. Le aziende ricevono una check list per autovalutarsi e arrivare preparate ai controlli. Quelle che non partecipano agli incontri formativi, vengono controllate per prime. Un approccio che punta alla responsabilizzazione, non alla sanzione
E se è vero che dal 2015 ad oggi gli infortuni mortali si sono quasi dimezzati, al 31 luglio di quest’anno in Veneto si contano già sei morti sul lavoro in agricoltura. Anche nel Bellunese non mancano gli episodi: a luglio, un uomo di Borgo Valbelluna è rimasto schiacciato da una balla di fieno. Negli anni scorsi, gli incidenti mortali si sono verificati soprattutto nei boschi. Insomma, il messaggio è chiaro: la sicurezza non è un optional. E la prevenzione, oggi più che mai, è una semina che può salvare vite.
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