DI PASQUALE RAPIO
Il Decreto Ministeriale 414/2023, cardine della promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Italia, ha visto una significativa evoluzione da quando è stato concepito, trasformandosi da una forma di prestito agevolato a un contributo diretto, con importanti risvolti per cittadini, enti e imprese.
Dalla nascita: dal prestito a tasso zero al contributo a fondo perduto del 40%
Alle origini, il DM 414 prevedeva finanziamenti tramite prestiti a tasso zero, che avrebbero permesso di ottenere liquidità senza oneri di interessi, da restituire nel tempo. Tuttavia, con l’evolversi della normativa, questa modalità si è trasformata in un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese ammissibili, eliminando l’obbligo di restituzione ma influenzando la base di calcolo degli incentivi fiscali successivi.
Un importante ampliamento della platea beneficiaria
Inizialmente limitato a comuni con meno di 5.000 abitanti, il contributo a fondo perduto è stato esteso a comuni fino a 50.000 abitanti grazie all’ultimo aggiornamento normativo nel 2025. Questo cambiamento apre scenari nuovi per realtà urbane e medie città, come il comune di Bitonto (superiore a 50.000 abitanti), che potrà beneficiare del 40% di contributo a fondo perduto e della tariffa incentivante per un periodo di 20 anni attraverso fondi FERS 2021-2027.
Conto Termico 3.0, reddito energetico e Transizione 5.0 per PMI
Oltre al DM 414, altre importanti misure integrano e rafforzano le opportunità per le CER e gli interventi di efficientamento energetico:
Il Conto Termico 3.0, attivo dal 2025, incentiva fino al 65% interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Per la prima volta, è esteso alle Comunità Energetiche Rinnovabili, al terzo settore e alle imprese. Permette di accedere a contributi diretti, veloci e significativi, facilitando l’installazione di pompe di calore, pannelli solari termici, accumuli e impianti di ricarica per veicoli elettrici.
Il reddito energetico è volto a sostenere i cittadini meno abbienti, incentivandoli a diventare prosumer, ovvero a partecipare attivamente alla produzione energetica nelle comunità.
La Transizione 5.0 si rivolge principalmente alle PMI, offrendo incentivi per investimenti in efficienza e innovazione energetica, in linea con gli obiettivi di sostenibilità previsti nel PNRR e nelle direttive europee.
Tariffa incentivante e dimensionamento impianti: il massimo incentivo sotto i 200 kW
Il DM 414 prevede una tariffa incentivante che decresce in base alla taglia dell’impianto. Il massimo beneficio si ottiene per impianti con potenza inferiore ai 200 kW. Questo favorisce impianti di generazione distribuita, più piccoli e diffusi, in linea con la filosofia delle comunità energetiche.
La proposta di un incentivo fisso a 24 centesimi per kWh
Per affrontare efficacemente la povertà energetica e stimolare la partecipazione di tutti, si suggerisce l’introduzione di una tariffa incentivante fissa a 24 centesimi per kWh, il costo medio reale dell’energia sul mercato. Questa misura garantirebbe un equilibrio tra costi e benefici, senza generare profitti ma assicurando sostenibilità economica sia ai prosumer, sia ai consumer in difficoltà che potrebbero così diventare produttori.
Conclusioni: un quadro normativo in evoluzione a supporto della transizione
Il DM 414, insieme al Conto Termico 3.0, al reddito energetico e alle misure di Transizione 5.0 per le PMI, disegna un ecosistema di incentivi e finanziamenti che favorisce la diffusione delle comunità energetiche e l’efficientamento energetico nel Paese.
L’esperienza di comuni come Bitonto, che potranno accedere per 20 anni alle tariffe incentivanti attraverso i fondi FERS, testimonia concretamente l’efficacia di queste politiche. Il passaggio da prestiti a tasso zero a contributi a fondo perduto, l’ampliamento della platea dei beneficiari, e la possibilità di integrare diversi incentivi contribuiscono a rendere il sistema più accessibile, sostenibile e inclusivo.
Le famiglie, le comunità e le piccole imprese oggi hanno a disposizione strumenti concreti per partecipare alla transizione energetica, riducendo i costi, migliorando la qualità ambientale e sociale e contrastando la povertà energetica con un modello più equo e innovativo.
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