Roma, 27 agosto 2025 – Ci sono anche le imprese nella lista delle priorità della prossima manovra economica. Molto dipenderà, però, dalle risorse che saranno effettivamente disponibili con la prossima legge di Bilancio. Al Mef prevale un cauto ottimismo, dettato essenzialmente da due fattori: il calo dello spread e il buon andamento delle entrate fiscali, nonostante il rallentamento dell’economia. Ma nei prossimi mesi bisognerà fare i conti con uno scenario fortemente influenzato dai dazi e, quindi, con una nuova possibile frenata del Made in Italy. Per questo il governo vuole correre ai ripari, inserendo nella prossima manovra misure destinate a sostenere le imprese e a incentivare la crescita dell’occupazione.
IL PACCHETTO ANTI-DAZI
Secondo i calcoli di Confindustria, per le imprese italiane il conto delle tariffe imposte da Trump potrebbe arrivare a 15 miliardi. Ma si tratta di una stima per difetto, poiché, oltre ai dazi del 15%, va considerata anche la svalutazione del dollaro, che penalizza ulteriormente il nostro export per un altro 12%. Per questo il governo sta valutando il rinnovo del pacchetto di incentivi “Industria 5.0”, in scadenza a fine anno, prevedendo una linea di finanziamento ad hoc per le aziende più esposte sul fronte delle tariffe. Allo studio anche misure per il rinnovo degli impianti, con l’obiettivo di favorire l’ingresso in mercati alternativi a quello statunitense.
IRES PREMIALE
Dovrebbe poi essere esteso almeno fino al 2026, con l’obiettivo di renderlo strutturale, il taglio dell’Ires dal 24% al 20% per le aziende che decidono di non distribuire gli utili, ma di reinvestirli nella propria crescita.
CREDITO D’IMPOSTA
Sarà potenziata anche la dotazione destinata alla Zes Unica del Sud, che nei prossimi mesi sarà estesa anche alle Marche e all’Umbria. Lo stanziamento potrebbe salire dagli attuali 2,2 miliardi a 2,6 miliardi. Si tratta di una misura fortemente sostenuta dal governo e valutata positivamente anche da Confindustria. Con un investimento pubblico di 4,8 miliardi, negli ultimi due anni la misura ha già generato 28 miliardi di investimenti e 35 mila posti di lavoro, con un contributo al Pil del 4%, spiegano da Viale dell’Astronomia.
SCONTI SU PREMI E CONTRATTI
Nel menù della prossima manovra potrebbe entrare anche il potenziamento della contrattazione di secondo livello, con incentivi fiscali legati al recupero di produttività. C’è anche chi propone la detassazione degli aumenti previsti dai prossimi rinnovi contrattuali, ma si tratterebbe di un intervento molto oneroso per le casse dello Stato. Più realisticamente, si valuta l’estensione degli sconti fiscali sui fringe benefits concessi dalle aziende, almeno fino al 2027. Dovrebbe infine trovare spazio nella manovra anche la superdeduzione per le imprese che assumono giovani disoccupati o neomamme.
I NUMERI DELLA MANOVRA
Prima di definire le misure concrete, sarà però necessario attendere alcune settimane per avere un quadro completo della finanza pubblica. Il primo appuntamento è fissato per il 5 settembre, quando sarà diffuso il bollettino delle entrate relative al mese di luglio. Pochi giorni prima, venerdì, l’Istat pubblicherà la nuova stima sui conti economici trimestrali, e il 22 settembre quella sui conti nazionali complessivi del 2024. A fine ottobre, poi, sono attese le prime indicazioni sul Pil del terzo trimestre.
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