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Nuove procedure d’infrazione per l’Italia su ambiente, giustizia e trasporti


Per garantire che cittadini e imprese possano davvero beneficiare della legislazione europea, la Commissione Europea mantiene un dialogo costante con gli Stati membri e, quando necessario, attiva procedure formali. Nella fattispecie, la procedura d’infrazione è lo strumento per assicurare il rispetto e l’effettività del diritto dell’Unione. La decisione relativa al suo avvio è una competenza esclusiva della Commissione Europea, la quale, esercitando un potere discrezionale, può agire su denuncia di privati, sulla base di un’interrogazione parlamentare o di propria iniziativa.

Nel pacchetto infrazioni di maggio appena adottato, con il comunicato stampa del 7 maggio 2025, l’esecutivo UE ha emesso:

  • 38 lettere di costituzione in mora;
  • 58 pareri motivati.

L’esecutivo ha, inoltre, deferito 18 casi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Allo stesso tempo, ha deciso di archiviare 83 casi in cui gli Stati membri coinvolti, in collaborazione con la Commissione, hanno posto fine alle infrazioni e assicurato il rispetto del diritto dell’Unione. 

In questo quadro generale, l’Italia ha ricevuto tre richiami rilevanti relativi ad ambiente, giustizia e mobilità.

Ambiente

Per quanto concerne l’ambiente, la Commissione mette sotto accusa l’impianto di Taranto. L’Italia è finita infatti nel mirino per il mancato rispetto della Dir. 2010/75/UE sulle emissioni industriali, che mira a prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare l’inquinamento proveniente dalle attività industriali per proteggere la salute umana e l’ambiente. Bruxelles ha inviato una lettera complementare di costituzione in mora, accusando il nostro Paese del non corretto e incompleto recepimento di suddetta normativa, nonché di ignorare gravi carenze nell’autorizzazione ambientale dello stabilimento siderurgico ILVA di Taranto (oggi Acciaierie d’Italia). Secondo la Corte di Giustizia UE (sentenza C-626/22), l’Italia non valuta adeguatamente l’impatto sanitario degli impianti, non considera tutte le sostanze inquinanti emesse e non sospende l’attività in caso di pericolo immediato per la salute. Il risultato? Violazioni potenzialmente pericolose per ambiente e cittadini.

Giustizia

La procedura d’infrazione relativa alla giustizia, invece, riguarda il non corretto recepimento della Dir. 2007/36/CE sui diritti degli azionisti nelle società quotate. Secondo la Commissione, che anche in questo caso ha inviato al nostro Paese una lettera di costituzione in mora, l’Italia limita la libertà degli azionisti imponendo rappresentanti designati dalle società per le assemblee generali. Questa prassi, secondo Bruxelles, ostacola la possibilità degli azionisti di partecipare pienamente alla governance societaria, inclusa la presentazione di proposte su punti all’ordine del giorno. Non a caso la direttiva stabilisce, infatti, una serie di norme e diritti proprio per garantire che gli azionisti abbiano voce in capitolo nelle società in cui investono e che i loro interessi siano rappresentati e rispettati.

Trasporti

L’Italia ha ricevuto una lettera complementare di costituzione in mora per non aver attuato pienamente la direttiva sul Servizio Europeo di Telepedaggio (Dir. UE 2019/520). Sebbene il sistema sia operativo nella maggior parte del territorio nazionale, la Sicilia resta tagliata fuori. Questo impedisce ai fornitori di operare sull’intero territorio italiano e ostacola l’interoperabilità a livello UE, obbligando i conducenti a dotarsi di più contratti e dispositivi per attraversare l’Italia.

I passi successivi

In tutti e tre i casi sopracitati, l’Italia ha ora due mesi per rispondere alle contestazioni. Se le giustificazioni non saranno ritenute soddisfacenti, la Commissione potrà passare al livello successivo: l’emissione di pareri motivati, ultimo passo prima del possibile deferimento alla Corte di Giustizia.

Fonte: Com. Stampa 7 maggio 2025



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