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in Sicilia cresce la percezione di insicurezza tra le imprese


 La legalità è ancora una volta al centro dell’attenzione per il sistema economico italiano. In occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace!”, Confcommercio ha presentato il report “Più sicurezza per territori, imprese e città”, evidenziando come la criminalità percepita rappresenti un freno allo sviluppo. Particolare rilievo assumono i dati relativi alla Sicilia, illustrati dal presidente regionale Gianluca Manenti.

Secondo l’indagine, il 28,6% delle imprese siciliane del terziario percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024, un dato leggermente inferiore alla media nazionale (30%), ma comunque preoccupante. A pesare maggiormente sul sentiment degli imprenditori sono furti (29%), rapine (28,4%) e atti vandalici e spaccate (27,6%), tutte percentuali superiori ai dati nazionali, segno di un disagio crescente nel territorio.

Criminalità percepita e preoccupazioni diffuse

Il timore di essere esposti ad azioni criminali colpisce il 29,3% degli imprenditori siciliani, che si dichiarano vulnerabili a reati come furti, aggressioni e danneggiamenti. Il crimine più temuto è il furto, che spaventa il 32,5% degli intervistati, in linea con la media italiana.

A destare ulteriori preoccupazioni sono i fenomeni emergenti legati alla “mala movida” e alla presenza di baby gang. Il 15,8% delle imprese isolane ha segnalato episodi legati a gruppi giovanili violenti (contro il 21,3% a livello nazionale), mentre il 27% teme la mala movida, soprattutto per i suoi effetti sul degrado urbano (59,5%) e sui danneggiamenti alle strutture (37,9%).

Usura, racket e mancanza di fiducia nelle denunce

Il report evidenzia che il 21,2% degli imprenditori siciliani è molto preoccupato per il rischio di usura e racket, dati comunque inferiori al dato nazionale (25,8%). Tuttavia, solo il 59,8% ritiene giusto sporgere denuncia, contro una media italiana del 63,1%. Un segnale che mostra quanto resti difficile rompere il muro del silenzio, spesso dovuto alla paura di ritorsioni o alla scarsa fiducia nella tutela delle istituzioni.

Abusivismo e contraffazione: penalizzano oltre sei imprese su dieci

A penalizzare gravemente il tessuto economico siciliano è anche l’abusivismo commerciale e la contraffazione, che secondo il 65,7% degli imprenditori colpisce duramente le attività regolari. Il dato supera il 60,1% rilevato a livello nazionale e testimonia un fenomeno persistente e dannoso per la concorrenza leale.

La risposta delle imprese: investimenti in sicurezza

Nonostante le difficoltà, le imprese reagiscono. L’84,6% ha investito in sistemi di sicurezza, principalmente in videosorveglianza e allarmi antifurto, superando la media italiana dell’82,9%. Una risposta concreta al bisogno di protezione in un contesto percepito come sempre più fragile.

Manenti: “Serve rispetto delle regole per garantire libertà e sviluppo”

Il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, ha lanciato un appello chiaro: “È in aumento la percezione di insicurezza nella nostra isola, anche a causa del mancato rispetto delle regole. Dobbiamo promuovere una cultura condivisa della legalità, che sia garanzia di diritti e libertà, individuali e collettive. Solo così sarà possibile costruire condizioni favorevoli allo sviluppo e alla convivenza civile”.

Infine, Manenti ha sottolineato l’importanza delle proposte avanzate dalla vicepresidente nazionale Patrizia Di Dio, che puntano a rafforzare la sicurezza e la legalità a livello nazionale. Un impegno che deve vedere coinvolte istituzioni, forze dell’ordine e società civile per non compromettere ulteriormente la propensione al consumo e alla crescita.





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