Banca d’Italia: nel 2024 una crescita economica contenuta


Non sono particolarmente ottimiste le prospettive dell’economia valdostana della Banca d’Italia nel confronto tra il 2023 e il 2024: dai dati emerge che l’Indicatore trimestrale dell’economia regionale, l’Iter, presenta un valore del prodotto ancora stabile ma tendente al peggioramento, passando dall’1,4% del 2023 all’1,1% del 2024, in misura lievemente superiore alla media nazionale e a quella delle regioni del nord Italia.

L’unico valore in miglioramento è quello relativo alle esportazioni, che in Valle d’Aosta sono rappresentate in maggioranza dall’attività della Cogne acciai speciali, dove si passa dal -21,9% del 2023 all’11,1% del 2024. Peggiorano, calando dall’11% al -0,1% le presenze turistiche, dopo la forte crescita avvenuta nel periodo post-pandemico, così come l’occupazione, passata dal 3% del 2023 allo 0,6% del 2024. Contestualmente sono peggiorati, in Valle d’Aosta, anche i consumi, che stagnano (sia quelli dei residenti sia quelli dei turisti), segnando una crescita percentuale pari a zero, dopo che nel 2023 erano cresciuti del 1,9%.

La crescita economica contenuta

Complessivamente però, secondo gli studi di ricerca economica di Bankitalia, gli indicatori analizzati nel 2024 sono in crescita o stabili, con variazioni inferiori rispetto al 2023: «ci sono fattori interni, nazionali e internazionali che provocano questi andamenti – ha spiegato Paolo Mistrulli, vice direttore della filiale di Aosta della Banca d’Italia, durante la presentazione del rapporto annuale sull’economia della Valle d’Aosta, che si è svolto nella mattinata di mercoledì 2 luglio 2025 – questa è una regione piccolina esposta anche a fattori specifici, come l’alluvione scorsa estate che qualche impatto sul turismo l’ha avuto, oltre alla chiusura programmata del traforo del Monte Bianco, che era stata anticipata rispetto all’anno precedente e che è stata più lunga rispetto al 2023, così come le questioni sulla bretella autostradale tra Santhià ed Ivrea, con i passaggi interdetti per i mezzi pesanti».

Gli indicatori del cruscotto dell'economia valdostana presenti sul rapporto 2025 della Banca d'Italia
Gli indicatori del cruscotto dell’economia valdostana presenti sul rapporto 2025 della Banca d’Italia

«Secondo un nostro report, la Valle d’Aosta presenta un rischio di alluvione medio-alto, del 7,3% – ha continuato Paolo Mistrulli – coinvolgendo il 9,1% della popolazione, un dato un po’ più basso rispetto a quello della media dell’Italia, del 10 e dell’11,5%, mentre gli eventi franosi presentano un rischio elevato nei quattro quinti del territorio regionale, un valore dieci volte più alto della media italiana. Questo rischio è è mitigato dal fatto che comunque, essendo la Valle d’Aosta una regione montana poco antropizzata, presenta un livello di consumo di suolo limitato che non essendo utilizzato dall’uomo, consente di assorbire meglio gli eventi. Abbiamo svolto, a livello nazionale, uno studio sull’esposizione a rischio idrogeologico delle imprese manifatturiere dove emerge una percentuale del 35%, ed in Valle d’Aosta il dato è un po’ più alto, con il 40% delle unità produttive che sono in zone a rischio frane».

Sui fattori nazionali che hanno condizionato l’economia valdostana, il vice direttore della sede aostana di Banca d’Italia ha rimarcato il ridimensionamento del super bonus 110%, in parte compensato dal Pnrr, con una rimodulazione temporanea di alcune misure che hanno creato uno stimolo minore rispetto a quanto atteso. Sui consumi ha impattato il processo inflazionistico dell’ultimo periodo dove, secondo le analisi degli economisti della Banca d’Italia, anche in Valle d’Aosta la crescita dei prezzi è stata molto contenuta, praticamente stabile, ma si è perso del potere d’acquisto.
La Valle d’Aosta risente anche delle tensioni geopolitiche a livello internazionale, per quanto queste non abbiano ancora presentato effetti fino al mese di aprile 2025, ma provocano incertezza, anche se la politica monetaria è stata allentata e, dal mese di giugno 2024, si sono verificate le riduzioni di tassi ufficiali: «il valore aggiunto del Nord ovest dell’Italia ha attualmente un valore superiore a cento – ha rimarcato Paolo Mistrulli – recuperando i livelli del 2007, prima delle varie crisi e della pandemia, ma realtà la Valle d’Aosta non ha più recuperato e si trova sei punti percentuali sotto».

Il grafico dell'andamento del valore aggiunto presente sul rapporto 2025 della Banca d'ItaliaIl grafico dell'andamento del valore aggiunto presente sul rapporto 2025 della Banca d'Italia
Il grafico dell’andamento del valore aggiunto presente sul rapporto 2025 della Banca d’Italia

L’andamento di imprese, turismo e lavoro

Nel 2024, l’attività nell’industria è moderatamente cresciuta, beneficiando del recupero della domanda estera. Le esportazioni sono tornate a crescere in modo diffuso in quasi tutti i principali comparti, in controtendenza con quanto osservato nella media nazionale: «rimangono delle prospettive caute connesse a fattori di incertezza che hanno pesato sul rallentamento nel 2024 rispetto all’anno precedente e potrebbero incidere anche sull’andamento dell’economia dell’anno corrente – ha spiegato Luca Brugnara, ricercatore della Divisione analisi e economica e ricerca della filiale di Torino della Banca d’Italia – uno su tutti è rappresentato dalla possibile reintroduzione dei dazi da parte del Governo americano, che sono sospesi fino al prossimo 9 luglio. Guardando la connessione delle imprese valdostane con il mercato statunitense, c’è una minor quota di export verso gli Stati Uniti rispetto all’Italia. Noi stiamo intorno al 7% nel triennio 2022-2024, mentre il dato nazionale è 10,5%. Quello che differenzia l’economia valdostana da quella nazionale nei rapporti con gli Stati Uniti sono i trend temporali dove, dal 2020 al 2024, la quota di esportazioni è quasi raddoppiata, dal 3,9 al 7,5%, mentre in Italia è sostanzialmente rimasta stabile. L’altra grande differenza tra Valle d’Aosta e Italia è rappresentata dalla composizione merceologica, dove la metallurgia e macchinari compongono il 90% delle esportazioni valdostane verso gli Stati Uniti, quota che in Italia invece si aggira intorno al al 25%. C’è una specializzazione maggiore dell’economia valdostana sulle esportazioni verso gli Stati Uniti e questo chiaramente la espone a rischi maggiori qualora le restrizioni commerciali venissero poi effettivamente reintrodotte».

Il rapporto di Banca d’Italia ribadisce che nelle costruzioni si è interrotta la fase di forte espansione che proseguiva da tre anni mentre la produzione è rimasta comunque su livelli elevati, grazie soprattutto al contributo dell’edilizia pubblica. Il mercato immobiliare si è stabilizzato, dopo la frenata del 2023, mostrando un graduale recupero della domanda nel corso dell’anno così come l’espansione dell’attività nei servizi si è attenuata.
Nel comparto turistico, settore particolarmente rilevante per la Valle d’Aosta, è stato confermato il fatto che la crescita delle presenze straniere ha compensato il calo di quelle nazionali e, sull’andamento del settore hanno inciso gli eventi alluvionali verificatisi a Cogne ed a Breuil-Cervinia all’inizio della stagione estiva 2024.
La chiusura più prolungata rispetto al 2023 del traforo del Monte Bianco ha avuto ripercussioni sul settore dei trasporti, con una riduzione dei transiti di mezzi pesanti, concentrata nei mesi di settembre e ottobre.

Luca Brugnara, ricercatore della Divisione analisi e ricerca economica della filiale di Torino della Banca d'ItaliaLuca Brugnara, ricercatore della Divisione analisi e ricerca economica della filiale di Torino della Banca d'Italia
Luca Brugnara, ricercatore della Divisione analisi e ricerca economica della filiale di Torino della Banca d’Italia

Nel 2024, è proseguita la crescita degli occupati, sebbene in attenuazione rispetto all’anno precedente, sostenuta esclusivamente dal lavoro dipendente.
La partecipazione al mercato del lavoro è aumentata grazie alle fasce di età più anziane, a fronte di una leggera riduzione per le coorti più giovani. Il tasso di disoccupazione è ancora marginalmente sceso al 3,9%. Bankitalia ha approfondito, nell’occasione, come la crescente diffusione dell’intelligenza artificiale potrà interessare il mondo del lavoro, rilevando come, se da un lato si potrebbe verificare una sostituzione dei lavoratori, dall’altro, si potrebbe cercare di coadiuvarli, incrementandone così la produttività. Rispetto al resto del Paese, il mercato del lavoro della Valle d’Aosta risulterebbe comunque meno esposto a entrambi i potenziali effetti di tale cambiamento tecnologico.

Il mercato del credito e l’economia delle famiglie

L’attività di accumulazione di capitale, in base alle indicazioni delle imprese, sarebbe diminuita nel 2024, soprattutto nel comparto manifatturiero. La congiuntura, ancora positiva, ha favorito il mantenimento di condizioni economiche e finanziarie delle aziende nel complesso solide. La liquidità finanziaria è rimasta elevata e, insieme alla più contenuta propensione all’investimento, ha contribuito alla minore richiesta di finanziamenti bancari.
Il calo dei prestiti ha interessato tutte le dimensioni d’impresa e le principali branche di attività economica, ad eccezione della manifattura; le condizioni di offerta del credito sono rimaste sostanzialmente invariate e ancora improntate alla cautela. L’allentamento monetario ha favorito una graduale discesa dei tassi di interesse praticati dalle banche sui prestiti con la qualità del credito ha riflesso dinamiche eterogenee tra settori, mostrando un miglioramento per le imprese dei comparti manifatturiero e delle costruzioni, a fronte di un peggioramento per quelle del terziario.

Il reddito disponibile delle famiglie ha continuato a crescere in termini reali, beneficiando anche del calo dell’inflazione. Il reddito da lavoro è stato sostenuto dagli incrementi delle retribuzioni e dell’occupazione. I consumi sono rimasti stabili, dopo la moderata espansione osservata nel 2023.
Nel 2024, la flessione dei prestiti di banche e società finanziarie alle famiglie si è attenuata, beneficiando del calo dei tassi che ne ha sostenuto la domanda. Il credito al consumo ha continuato ad aumentare, ma a ritmi più contenuti dell’anno precedente. Le erogazioni di nuovi mutui bancari per l’acquisto delle abitazioni sono tornate a espandersi e la minore onerosità dei mutui a tasso fisso rispetto a quelli a tasso variabile ha continuato a favorire il ricorso ai primi. La capacità di rimborso delle famiglie non ha subito variazioni di rilievo.
I depositi bancari delle famiglie si sono ridotti in misura più contenuta rispetto al 2023. È proseguito, sia pure meno intensamente, il processo di riallocazione del risparmio a favore di strumenti finanziari più remunerativi.

Il grafico dell'avanzamento dei cantieri in Valle d'Aosta delle opere pubbliche finanziate col Pnrr pubblicato sul rapporto 2025 della Banca d'ItaliaIl grafico dell'avanzamento dei cantieri in Valle d'Aosta delle opere pubbliche finanziate col Pnrr pubblicato sul rapporto 2025 della Banca d'Italia
Il grafico dell’avanzamento dei cantieri in Valle d’Aosta delle opere pubbliche finanziate col Pnrr pubblicato sul rapporto 2025 della Banca d’Italia

La finanza pubblica decentrata e il Pnrr

La spesa in conto capitale degli Enti territoriali è aumentata significativamente, sostenuta dalla ripresa degli investimenti propri e dalla progressiva attuazione degli interventi finanziati dal Pnrr. Sebbene la quota prevalente delle risorse del Piano sia attribuita a Enti pubblici, poco più del 15% è di competenza diretta di soggetti di natura privata con più della metà dei finanziamenti è concentrata nei progetti dedicati alla digitalizzazione, innovazione, competitività e alla rivoluzione verde e transizione ecologica. Le imprese sono inoltre coinvolte indirettamente, tramite l’aggiudicazione di appalti per la realizzazione di opere pubbliche o per la fornitura di beni e servizi, in proporzione relativamente elevata in regione nel confronto nazionale.

«La Regione ha ricevuto circa 460 milioni di euro circa – ha specificato Luciana Aimone, ricercatore della Divisione analisi e economica e ricerca della filiale di Torino della Banca d’Italia – di cui 386 sono stati destinati ad operatori pubblici e una quota minoritaria direttamente a soggetti privati. In proporzione la Valle d’Aosta ha ricevuto in termini pro-capite molto di più rispetto alla media nazionale. Su scala regionale, non è possibile monitorare lo stato complessivo di attuazione dell’uso di questa risorse e quindi ci siamo concentrati sulla componente relativa alle gare per opere pubbliche che, tipicamente, sono quelle anche che richiedono dei tempi di realizzazione più lunghi. La Regione, alla fine del 2024, ha bandito gare per 75 milioni di euro e il livello di aggiudicazione era quasi la totalità al 90%, quattro punti percentuali sopra il dato invece medio nazionale. In Valle d’Aosta i cantieri che non sono ancora stati avviati sono però molto più elevati rispetto alle altre aree di confronto, arrivando al 60%. Se ci concentriamo soltanto sulla parte che è stata completata nel rispetto dei tempi, in tutte le aree siamo intorno intorno a un terzo delle gare che sono state già chiuse o comunque rispettano i i limiti dei tempi previsti. La parte in ritardo si riferisce normalmente ad operazioni con bandi di dimensione più contenuta che quindi probabilmente hanno anche dei tempi di realizzazione più rapidi e quindi è molto probabile che questo differenziale che vediamo verrà recuperato in tempi abbastanza abbastanza veloci».

Il 2024 ha visto ancora il proseguimentro la riduzione dello stock complessivo di debito delle Amministrazioni locali valdostane, sceso su valori molto contenuti, grazie anche all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione della Regione.

Crescita, produttività e innovazione

Il calo di oltre sei punti percentuali, tra il 2007 e il 2023, del valore aggiunto dell’economia regionale della Valle d’Aosta – che non è stato recuperato, a differenza del resto del Paese – è stato influenzato dalla forte contrazione della popolazione in età lavorativa (-4,5%) e il calo della produttività (-3,8%). La riduzione di quest’ultima è riconducibile a un peggioramento della produttività totale dei fattori, ossia del grado di efficienza nell’utilizzo combinato di capitale e lavoro, solo parzialmente controbilanciata dall’aumento dell’intensità di capitale.

La Valle d’Aosta sconta, nel confronto territoriale una minore presenza di start-up innovative, che riflette la sua specifica specializzazione produttiva anche se, a parità di settore, la diffusione di tali imprese è più marcata. Solo il 3% delle start-up valdostane ha infatti presentato domande di brevetto, rispetto al 5,7% dell’Italia e il 6,8% del nord del Paese.

Luciana Aimone, ricercatore della Divisione analisi e ricerca economica della filiale di Torino della Banca d'ItaliaLuciana Aimone, ricercatore della Divisione analisi e ricerca economica della filiale di Torino della Banca d'Italia
Luciana Aimone, ricercatore della Divisione analisi e ricerca economica della filiale di Torino della Banca d’Italia

Tra i fattori che rilevano per la crescita e la produttività vi è il capitale umano: l’Università della Valle d’Aosta ha favorito l’innalzamento del livello di istruzione (32.5% di laureati, comunque inferiore all’obiettivo UE 2030 de 45%) , anche se la limitata offerta formativa incide sulla disponibilità di laureati in discipline Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e con competenze Ict (Information and communication technology) con voti medi più bassi dei diplomi rispetto alla media nazionale (75,4 contro 78,3) e un tasso di abbandono più alto al 1° anno. I laureati triennali proseguono gli studi ma è aumentato il tasso migratorio.
Ne ha quindi risentito anche lo sviluppo digitale della regione che, nonostante il miglioramento degli ultimi anni, rimane ancora inferiore alla media nazionale così come resta modesto il livello delle competenze digitali della popolazione ed è contenuto l’utilizzo di strumenti digitali avanzati tra le imprese.
La qualità dell’azione pubblica, che incide sul contesto in cui i singoli soggetti si trovano a operare, si colloca al di sopra della media nazionale, in base agli indicatori utilizzati.

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