Una stretta di mano tra Regione Lombardia e Invitalia apre nuovi orizzonti a un’economia che non vuole fermarsi. L’accordo, firmato a Milano da Guido Guidesi e Bernardo Mattarella, promette di spingere imprese, investimenti e innovazione verso traguardi ancora più ambiziosi.
Un’alleanza per dare slancio al tessuto produttivo lombardo
Il protocollo d’intesa unisce in un’unica cabina di regia competenze, strumenti e visione strategica di due attori chiave dello sviluppo economico italiano. Regione Lombardia, già riconosciuta come uno dei motori produttivi d’Europa, e Invitalia, braccio operativo del Governo per l’attrazione di investimenti, scelgono di percorrere una strada comune per rafforzare la competitività regionale. La logica è chiara: sommare forze pre-esistenti, evitare sovrapposizioni e creare canali di intervento rapidi, efficaci e misurabili. Il risultato atteso? Più crescita, più occupazione, più solidità per chi fa impresa.
La collaborazione non si limita a un documento sottoscritto davanti ai riflettori. Prevede la creazione di tavoli tecnici congiunti, l’avvio di programmi di formazione su misura e l’uso coordinato di strumenti di finanza agevolata. Ogni azione sarà monitorata con indicatori di performance condivisi, così da misurare l’effettivo impatto su PMI, start-up e grandi filiere produttive. In un contesto geopolitico complesso, rendere l’ecosistema lombardo ancora più resiliente significa preservare posti di lavoro e garantire il ricambio generazionale dell’imprenditoria. È, in definitiva, una scelta che guarda al lungo periodo.
Zone di innovazione e sviluppo: laboratori a cielo aperto
Tra i pilastri dell’intesa spiccano le Zone di Innovazione e Sviluppo (Zis), veri e propri distretti in cui ricerca, impresa e amministrazione pubblica coltivano progetti comuni. Qui gli attori locali verranno affiancati nell’individuazione di cofinanziamenti nazionali ed europei, essenziali per trasformare prototipi in prodotti e idee in brevetti. La filosofia delle Zis è semplice: concentrare competenze e risorse in ambiti circoscritti, accelerando i tempi di trasferimento tecnologico. In questo modo si dà vita a un circolo virtuoso capace di trattenere talenti e attirare nuovi investitori.
Oltre al sostegno economico, Zis offrirà servizi di mentoring, percorsi di accelerazione e un ecosistema normativo semplificato. Start-up nate nei laboratori universitari potranno dialogare con aziende consolidate interessate a integrare soluzioni d’avanguardia nelle proprie linee produttive. Regione e Invitalia lavoreranno fianco a fianco per verificare ogni candidatura, riducendo tempi burocratici e garantendo un accesso al credito più rapido. Il territorio diventa così un grande laboratorio a cielo aperto, in cui sperimentare modelli di business sostenibili e replicabili.
Start-up, PMI e filiere: il cuore dell’intesa
L’accordo pone particolare attenzione alla creazione e al rafforzamento di start-up e PMI innovative. Verranno messi a disposizione bandi dedicati, consulenze mirate e percorsi di accelerazione pensati per chi muove i primi passi o vuole scalare sui mercati internazionali. Favorire la patrimonializzazione delle imprese e il loro accesso al credito non è un obiettivo astratto, ma la condizione necessaria per alimentare un tessuto produttivo capace di rinnovarsi. Ogni euro investito dovrà generare occupazione qualificata, promuovere trasferimento tecnologico e rafforzare le catene del valore.
Altrettanto strategico è l’impegno sulle filiere produttive tradizionali, in particolare nei settori manifatturiero, agroalimentare e life science. L’intesa punta a stimolare progetti di rigenerazione di aree industriali, incoraggiando sinergie tra aziende grandi e piccole. Il rafforzamento delle filiere, in quest’ottica, non si traduce solo in benefici economici diretti, ma anche in una maggiore coesione sociale e territoriale. Filiera forte significa competenze condivise, riduzione dei costi di approvvigionamento e una competitività che mette radici nel territorio.
Finanza agevolata e fondi europei: come cambiano le opportunità
Uno degli snodi decisivi dell’accordo riguarda l’accesso ai fondi europei e nazionali. Le due istituzioni si impegnano a intercettare le linee di finanziamento più adatte ai progetti lombardi, guidando imprese e enti locali lungo l’intero percorso: dall’ideazione alla presentazione della candidatura, fino alla rendicontazione finale. La capacità progettuale diventa così un asset condiviso, a vantaggio di chi spesso si sente scoraggiato dalla complessità delle procedure. Con un approccio congiunto, Lombardia e Invitalia intendono moltiplicare l’effetto leva degli investimenti pubblici.
Per facilitare l’utilizzo della finanza agevolata, verrà potenziato il servizio di assistenza tecnica, con sportelli dedicati e tutor territoriali. L’obiettivo è trasformare ogni bando vinto in un progetto concreto, capace di generare ricadute positive misurabili. Rigenerazione di aree strategiche, transizione digitale e sostenibilità ambientale sono i tre assi prioritari di finanziamento. Grazie a un sistema di rilevazione dati condiviso, i risultati saranno monitorati in tempo reale, garantendo trasparenza e correzioni di rotta rapide se necessarie.
Le voci dei protagonisti
«Questa collaborazione – ha affermato l’assessore Guido Guidesi – si inserisce in una strategia che vuole consolidare la Lombardia come punto di riferimento internazionale. Attrarre investimenti, far crescere le imprese esistenti e favorire la nascita di nuove realtà significa offrire stabilità e prospettive di lungo periodo al nostro sistema economico. L’intesa è un tassello fondamentale per garantire continuità all’innovazione e sostenere la patrimonializzazione delle aziende».
Sulla stessa linea l’amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella: «Nel 2024 abbiamo sostenuto oltre 62.000 imprese, attivando quasi 17 miliardi di euro di investimenti. Il protocollo con la Regione Lombardia ci permette di potenziare questo impegno su un territorio strategico per la crescita del Paese. Particolare attenzione sarà riservata a start-up, PMI innovative e progetti di filiera ad alto impatto, in grado di innalzare la competitività italiana sui mercati mondiali».
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