«L’economia marchigiana è ferma, purtroppo non va, così come non va neanche l’industria. Confindustria dice che c’è un calo del 2% nell’ultimo trimestre ai quali ora si dovranno aggiungere i dazi che stanno arrivando. Tutto questo nonostante la mole di investimenti straordinari arrivati nelle Marche: 14 miliardi per il terremoto, miliardi di euro del PNRR al quale loro hanno votato contro in Europa», così Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e candidato alla presidenza della Regione Marche, commenta i dati di Confindustria sulle Marche.
«I dazi possono essere la botta mortale per tante imprese marchigiane – dichiara Ricci – per questo voglio proporre un fondo di 10 milioni di euro per aiutare le imprese a cercare nuovi mercati. Abbiamo bisogno di scommettere su una nuova internazionalizzazione. Con i dazi in arrivo la Regione deve aiutare le imprese marchigiane a trovare nuovi mercati. Su questo vorrei confrontarmi con Acquaroli, non è possibile che i due candidati, a un mese e mezzo dalle elezioni, ancora non abbiano fatto un confronto. Voglio confrontarmi sulle ricette economiche per la regione, siccome l’economia non va e siamo costretti a inseguire una ZES fatta di pura finzione, che ancora non c’è e che non prevede soldi per le Marche. Sui temi economici si gioca il futuro lavorativo e le speranze dei marchigiani. Io ho fatto le mie proposte. Vorrei sentire quelle dei miei avversari ma soprattutto chiedo un confronto pubblico perché è incredibile che si scappi dal confrontarsi su temi fondamentali come l’economia, il lavoro e la sanità”.
Non si è fatta attendere la risposta di Giacomo Bugaro, esponente di FdI. «Sul tema dei dazi – è la replica – Ricci propone di stanziare 10 milioni di euro “a sostegno” delle imprese locali. Un’idea che non risolve nulla: una mancetta una tantum che non affronta i veri nodi della competitività, dell’export e della tutela del nostro tessuto produttivo. Mentre Acquaroli e il Governo Meloni hanno portato nelle Marche la ZES, una misura strategica che garantisce vantaggi fiscali, sgravi contributivi e procedure snelle per attrarre investimenti e creare occupazione stabile, Ricci risponde con un’elemosina pre-elettorale. È l’ennesima dimostrazione di come Ricci non abbia un progetto serio, ma viva di annunci e propaganda spicciola. Le imprese non hanno bisogno di mancette, ma di strumenti strutturali e di una visione di lungo periodo. Il futuro della nostra economia – conclude Bugaro – merita ben altro rispetto alla solita becera propaganda».
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