Hydroalp: la spinta sui gas rinnovabili. Idrogeno verde, metano sintetico e… Con Andrea Tonini


Hydroalp sta sviluppando soluzioni innovative per il settore navale, come gli impianti per la gestione di metanolo green, un alcool che può essere ottenuto con cattura di CO2.

«Hydroalp punta a realizzare impianti di produzione di idrogeno chiavi in mano e a costruire impianti di metano sintetico molto flessibili, capaci di combinare idrogeno verde e anidride carbonica e incontrare le esigenze pratiche delle aziende», riferisce Andrea Tonini, cso & board member di BM Group, il gruppo industriale di cui Hydroalp fa parte.

L’implementazione dell’idrogeno su larga scala richiede tempo e importanti investimenti infrastrutturali. Diverse industrie manifatturiere potrebbero non essere pronte per una transizione immediata all’idrogeno verde. Sotto questo profilo il metano sintetico rappresenta una soluzione di transizione più immediata e accessibile. Questo gas green è ottenuto combinando idrogeno verde e CO2 prelevata da processi industriali e permette alle aziende di iniziare a ridurre l’uso di combustibili fossili in modo graduale. Ad esempio, offre un’elevata compatibilità con i processi produttivi industriali esistenti. In molte industrie, specialmente quelle ad alto consumo energetico come il settore siderurgico, il vetro, la ceramica, la carta e il cemento, il metano (fossile) è già il combustibile principale per i forni e i processi di produzione ad alta temperatura.

Hydroalp sta sviluppando soluzioni innovative per il settore navale, come gli impianti per la gestione di metanolo green, un alcool che può essere ottenuto con cattura di CO2. Questo ulteriore tassello si inserisce perfettamente, completando la proposta di Hydroalp a favore della transizione green.

BM Group è la holding di oltre venti società tra operative e di scopo con sedi in Italia e all’estero, a proprietà privata e guidata dall’amministratore delegato Francesco Bettoni. Con 200 milioni di fatturato e 370 dipendenti, il gruppo opera negli ambiti dell’automazione e robotica industriale e nelle rinnovabili. Polytec è la società storica, nata come system integrator e oggi riconosciuta a livello globale quale leader nella robotica applicata al settore siderurgico.

Hydroalp, invece, nasce nel 2015 come spin-off della divisione greenpower del citato gruppo. Grazie alle competenze interne, ha raggiunto in pochi anni una posizione di rilievo nel mercato idroelettrico, progettando e realizzando turbine e impianti water-to-wire. L’azienda, guidata dal ceo Luca Mion, conta 70 dipendenti, 16 milioni di fatturato, ha sede legale a Borgo Chiese (Trento) e stabilimenti operativi a Costa Volpino (Bergamo) e Creazzo (Vicenza).

A Polytec Energy, società di scopo di BM Group, è stato assegnato il bando della Provincia Autonoma di Trento per la realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse, da finanziare nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, Componente 2 “Energia Rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità Sostenibile”, Investimento 3.1 “Produzione in aree industriali dismesse”, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU”.

D: Nel 2023, il fatturato di BM Group è stato generato per il 50% dall’energia e per il 50% dall’automazione e dalla robotica. Importanti esponenti dell’azienda qualche mese fa hanno affermato che nel 2024 la quota dell’energia potrebbe salire al 60%, l’altra potrebbe scendere al 40%. Cosa sta accadendo? L’energia sta superando la robotica?

Andrea Tonini, cso & board member di BM Group.

R: Confermo che il settore energetico sta vivendo un’evoluzione significativa, caratterizzata da una crescente diversificazione all’interno dello stesso comparto. In questo campo la componente fotovoltaica rimane predominante ed è guidata stabilmente da Nyox, una joint venture partecipata da Polytec al 51% e da Edison Next al 49%. Nyox si focalizza sulla realizzazione Engineering Procurement and Construction (Epc) di impianti solari proponendo inoltre formule innovative grazie appunto alla partnership con Edison Next. Hydroalp, azienda di BM Group che si propone come Epc per la realizzazione di impianti di produzione di idrogeno verde, sta guadagnando terreno, merito del percorso di espansione nell’ambito energetico che in passato la vedeva coinvolta principalmente nell’idroelettrico.

D: Perché questo interesse da parte di BM Group e quindi di Hydroalp verso l’idrogeno?

R: Le motivazioni principali sono due: da un lato, la crescente domanda di mercato per l’idrogeno come fonte energetica, e dall’altro, il desiderio del gruppo di offrire un servizio aggiuntivo ai propri clienti. In particolare, fornire una consulenza specializzata e impianti chiavi in mano per la produzione di idrogeno.

D: Dunque, si tratta di aggiungere un nuovo servizio alla vostra proposta

R: Questa transizione, secondo il nostro gruppo, si fonda su diversi pilastri, come l’automazione industriale, la robotica e l’energia rinnovabile in varie fonti. L’idrogeno è un elemento chiave aggiuntivo da considerare all’interno di questo percorso. In pratica, ogni azienda che intende avviare un percorso di cambiamento industriale necessita di partner in grado di fornire soluzioni integrate e personalizzate, che rispondano a esigenze specifiche: alcune avranno bisogno di robotica, altre di idrogeno, altre ancora di automazione industriale.

D: In altre parole, offrite un pacchetto di servizi

Hydroalp, azienda di BM Group, si propone come Epc per la realizzazione di impianti di produzione di idrogeno verde.

R: Esatto, strettamente collegati. Il primo riguarda la fase di fattibilità, che include anche la creazione di un business plan per verificare se l’idea è sostenibile. Laddove il riscontro sia positivo, si passa alla fase successiva, ovvero all’ingegneria e alla stima dei costi. Completata questa parte, si affronta la costruzione in modalità Epc (Engineering, Procurement, and Construction), che consiste nel fornire un impianto completo in ogni sua componente. Il successivo aspetto cruciale è l’integrazione con i processi industriali esistenti. Infine, c’è l’ultimo elemento, ovvero l’O&M (Operation & Maintenance).

D: Dunque seguite anche la fase successiva alla costruzione dell’impianto?

R: Esattamente: seguiamo direttamente anche tutto ciò che riguarda la gestione e manutenzione dell’impianto. Un vero “pacchetto chiavi in mano”. Le grandi aziende italiane hanno diverse esigenze energetiche: all’interno di BM Group, trovano e possono scegliere la soluzione o il migliore mix tecnologico.

D: Quindi il cliente di BM Group si trova di fronte ad un’offerta variegata e completa

R: Sì, esattamente. Peraltro, un’azienda che vuole diversificare la propria produzione potrebbe non sapere esattamente di cosa ha bisogno. In quel caso, noi, attraverso i nostri assessment, interveniamo per condurre un’analisi delle reali necessità. Quando il cliente accetta la nostra proposta tecnologica, realizziamo l’impianto, lo facciamo funzionare, lo integriamo con i suoi processi produttivi e poi lo gestiamo.

D: All’azienda cliente offrite dunque un pacchetto completo di servizi e di tecnologie

R: Le tecnologie che compongono il nostro portfolio sono l’automazione, la robotica, la generazione di energia da fonte rinnovabile e l’idrogeno, che sarà il vettore energetico del futuro prossimo. Va sottolineato che, dal punto di vista tecnologico, l’organizzazione multi-tecnologica fa parte dell’identità del nostro gruppo e ciò è un vantaggio.

D: BM Group nasce oltre 30 anni fa nel mondo dei sistemi di automazione; oggi, invece, si propone con un portfolio multi-tecnologico. Come è stato conseguito questo obiettivo?

R: BM Group nasce nel 1993 come società specializzata nell’automazione industriale. Essere un system integrator con grandi ambizioni e lavorare all’interno dei processi industriali critici ha rappresentato l’elemento chiave, insieme all’attività di ricerca e sviluppo, per creare soluzioni avanzate per l’industria. Il nostro approccio è stato fin dall’inizio multi-tecnologico. L’attività di ricerca e sviluppo ha avuto un ruolo predominante, con investimenti continui e significativi, sicuramente fuori dal comune rispetto agli standard del settore. Questo impegno costante è stato alimentato dalla consapevolezza che anticipare le necessità del mercato con delle soluzioni innovative rappresenta il futuro dell’azienda.

L’idrogeno verde è una fonte di energia pulita e una soluzione per ridurre i costi energetici delle aziende industriali. Una scelta non conveniente ma incentivata dalla UE. Servono però impianti su misura e specialisti dedicati per integrarla negli stabilimenti. Ne parliamo con Luca Mion, amministratore delegato di Hydroalp (BM Group), in occasione di Industria Italiana Summit.

D: A proposito di ricerca e sviluppo, come avviene all’interno di BM Group?

R: Direi che la connessione tra ricerca, sviluppo e proposta tecnologica deriva dalla relazione simbiotica che si sviluppa internamente. In pratica, il processo di creazione nasce da un bisogno specifico dell’industria. Quando cogliamo una necessità industriale, analizziamo la possibilità di soddisfarla attraverso l’integrazione di tecnologie e competenze multidisciplinari. Questo approccio ci permette di sviluppare un prodotto innovativo che, fin da subito, diventa un elemento di transizione, perché introduce un nuovo modo per affrontare lo stesso problema. Una volta creato, il passo successivo è farlo conoscere al mondo. Vorrei aggiungere anche qualche parola sulle persone: è da loro che nascono le soluzioni, dalla loro passione, dedizione ed entusiasmo. In altre aziende molti cambiano lavoro perché si annoiano o cercano nuove sfide. Da noi, invece, entri in un’azienda in costante evoluzione, dove non sentirai il bisogno di cambiare. Partiamo dal presupposto che una delle principali ragioni per cui le persone cercano nuove opportunità è il desiderio di crescere. Noi diciamo: “Non cambiare azienda, entra in un’azienda che cambia”.

H2Alp-120 è un progetto pensato per le aziende che vogliono iniziare a sperimentare l’idrogeno. Basta collegarlo a una fonte d’acqua e a un impianto fotovoltaico per iniziare a produrre idrogeno verde. Include un sistema di depurazione dell’acqua, fondamentale per il suo funzionamento.

D: Tornando al ruolo di Epc: in che misura riguarda l’idrogeno, attualmente?

R: L’industria ad alto consumo energetico mostra un forte interesse. Vetro, acciaio, cemento, ceramica: tutti questi settori consumano molta energia e hanno bisogno di integrare l’idrogeno nei loro processi produttivi. Tuttavia, siamo ancora in una fase in cui si stanno definendo i protagonisti della transizione energetica, che si basano molto sulle esperienze precedenti. Chi ha già realizzato progetti in questo ambito ha un vantaggio: noi, per esempio, possiamo contare su referenze già consolidate sul mercato.

D: Secondo Lei un giorno l’idrogeno interesserà anche aziende non necessariamente hard-to-abate?

R: L’idrogeno verde, una volta che la tecnologia sarà consolidata e semplificata, potrà essere adottato anche al di fuori delle industrie hard-to-abate, includendo contesti civili. Un esempio è la possibilità, in futuro, di accumulare l’energia elettrica in eccesso prodotta da abitazioni attraverso l’idrogeno, per poi riutilizzarla. Questo scenario si collegherebbe alla necessità di soluzioni di stoccaggio dell’energia, che rimangono cruciali per rendere sostenibili diverse forme di produzione energetica. Anche se l’elettrificazione è la prima strada percorribile per molti settori, ci sono ambiti in cui non è fattibile: lo stoccaggio stagionale di energia, attraverso tecnologie come l’idrogeno, giocherà un ruolo chiave per la gestione dell’energia in questi casi.

D: Della concreta realizzazione degli impianti di idrogeno green si occupa Hydroalp?

Secondo Andrea Tonini l’idrogeno verde potrà essere adottato anche al di fuori delle industrie hard-to-abate, includendo contesti civili.

R: Hydroalp è attualmente la nostra società specializzata nella realizzazione di impianti chiavi in mano per la produzione di idrogeno verde. L’azienda si occupa di tutto il processo: dalla progettazione, passando per il permitting amministrativo, fino alla costruzione e alla manutenzione degli impianti. È un Epc contractor che supporta le industrie, in particolare quelle dei citati settori hard-to-abate. Come si è già accennato, Hydroalp si è distinta per la realizzazione di turbine e impianti idroelettrici, attività che ancora oggi rappresenta una parte importante del fatturato. Ora l’azienda sta diversificando le sue attività, puntando a bilanciare i ricavi in tre settori: idroelettrico, sistemi ausiliari e idrogeno. Il suo obiettivo è aumentare il fatturato del 10% annuo. Grazie all’esperienza maturata come costruttore di impianti per l’Oil & gas e il navale, Hydroalp è oggi un player chiave nella produzione di impianti di gas green.

D: Quali sono state le recenti tappe di BM Group in tema di idrogeno?

R: Nel marzo dello scorso anno Polytec Energy è risultata vincitrice del bando indetto dalla Provincia autonoma di Trento per la realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse, da finanziare nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, Componente 2 “Energia Rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità Sostenibile”, Investimento 3.1 “Produzione in aree industriali dismesse”, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU”.

A settembre dello stesso anno è stata organizzata la nuova divisione “idrogeno” all’interno di Hydroalp; infine, a dicembre 2023 è giunto il primo ordine, diventato referenza a giugno 2024.

D: In questi ultimi mesi avete approcciato nuovi progetti?

L’idrogeno verde, una volta che la tecnologia sarà consolidata e semplificata, potrà essere adottato anche al di fuori delle industrie hard-to-abate, includendo contesti civili. Un esempio è la possibilità, in futuro, di accumulare l’energia elettrica in eccesso prodotta da abitazioni attraverso l’idrogeno, per poi riutilizzarla.

R: Nel contesto della transizione energetica, Hydroalp intende ampliare la propria offerta puntando anche ai gas rinnovabili. L’azienda sta lavorando su diversi fronti, non solo con impianti per la produzione di idrogeno verde, ma anche con tecnologie per la produzione di metano sintetico, ottenuto dalla combinazione di idrogeno e CO2. L’azienda ha già completato l’ingegneria esecutiva per un impianto pilota che immetterà metano sintetico, prodotto da idrogeno rinnovabile e CO2, nella rete. Questo tipo di metano, a differenza di quello fossile, sarà interamente rinnovabile.

D: Perché diversificare i gas rinnovabili?

R: Hydroalp vede la diversificazione dei gas come una componente essenziale per il futuro delle industrie ad alto consumo energetico, in particolare per settori come acciaio, ceramica e vetro. L’azienda si sta organizzando per diventare leader nella creazione di impianti che possano produrre e gestire diversi gas rinnovabili, un passo che consideriamo obbligato per la transizione energetica. Questo approccio viene definito come un “arcobaleno di gas”, dove l’idrogeno è solo uno degli elementi, insieme ad altri come il syngas e il metano sintetico.

D: Altri progetti?

R: Un altro progetto su cui Hydroalp sta lavorando riguarda la decarbonizzazione del settore navale attraverso l’uso del metanolo. Questo ulteriore tassello si inserisce nella visione di BM Group di giocare un ruolo chiave nella transizione verso un futuro energetico sostenibile, esplorando opportunità non solo nei settori industriali ma anche in quello dei trasporti.

D: Perché le aziende dovrebbero scegliere l’idrogeno verde?

R: Le motivazioni che spingono le aziende, specialmente quelle appartenenti ai settori hard-to-abate a investire nell’idrogeno verde sono molteplici e strategiche. In primo luogo, queste industrie che affrontano grandi difficoltà nel ridurre le proprie emissioni di CO2 vedono nell’idrogeno verde una delle poche soluzioni praticabili per decarbonizzare i loro processi produttivi. L’idrogeno permette di sostituire, anche solo parzialmente, il metano utilizzato nei forni industriali, riducendo significativamente l’impatto ambientale senza dover affrontare costosi interventi di revamping degli impianti esistenti. Ci sono anche altre motivazioni.

D: Quali altre motivazioni?

L’amministratore delegato di BM Group Francesco Bettoni

R: Oltre al beneficio ambientale, adottare tecnologie basate sull’idrogeno verde offre un notevole vantaggio competitivo in termini reputazionali. Essere riconosciuti come un’azienda che si impegna concretamente nella transizione verso un’economia più sostenibile non solo rafforza l’immagine aziendale, ma può migliorare la posizione nel mercato, soprattutto in settori dove la concorrenza è alta. Le aziende che si distinguono per pratiche green possono attrarre più facilmente partner commerciali e clienti sensibili alle questioni ambientali. Inoltre, un impegno chiaro verso la sostenibilità facilita l’accesso a investimenti e finanziamenti. Oggi più che mai, gli investitori sono alla ricerca di opportunità che rispecchino i criteri Esg (Ambiente, Sociale e Governance), con particolare attenzione a progetti che riducano le emissioni di carbonio e promuovano tecnologie pulite. Le imprese che riescono a dimostrare il loro impegno in questi ambiti hanno maggiori possibilità di ottenere fondi e sostegni, sia da investitori privati che attraverso programmi pubblici di incentivazione.

 

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 22 gennaio 2025)



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